Pubblicato il 02/09/2022 20:30:49
Rispondono a un rito le parole a una liturgia dell'assenza le scavo nei boschi del silenzio tra i rami della lontananza ne gusto il frutto. Per te conosco la solitudine dei sensi e della carne la desolazione. Anche un attimo vorrei penetrare la tua intimità anche solo un attimo sentire il tuo calore. Dimmi perché io esisto e tu non sei mia? Non fu forse deciso all'origine che io ti appartenessi come schiavo d'amore? Non cercare nelle mie parole la ragione e neppure il bello dire di te sono un uomo innamorato e questa è un'evidenza come della dura pietra il marmo che porta in epigrafe l'estremo saluto ché l'amore e morte non sono poi così nemiche se l'uno manca l'altra impera corrodendo l'anima nei suoi tormenti.
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