Pubblicato il 27/10/2024 07:08:28
Qui le cose cambiano di giorno in giorno ma il mio pensiero appare senza spostarsi mai dall’universo e questo mi sconcerta. Dalle stelle la notte è un precipizio ma un punto si presenta come un altro e a ogni rotazione il mio presente cerca un luogo d’incontro con un riferimento ormai passato. Dunque come potrei nel non finito che cerca la sua fine nel ritorno di un parziale che ruota sull'asse della marginalità calcolare il mio giorno di domani e l’altro, ieri e il tempo del vissuto prossimo, elementare, esaurito nella radice del mio turbamento definire me stesso? A volte mi ripiego.
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