Pubblicato il 09/05/2025 08:38:01
In riva allo stagno butto una rete dentro le ombre, scritte su foglie a pelo dell'acqua, pesco le pietre che son pugni dentro il mio ventre, le coloro di bianco dal rosso che non voglio vedere dentro il mio grido scomposto. Raro sentire fischiare, eppure io fischio per spostare i pensieri e non farli tremare perché l'acqua è nervosa e si sbuccia come un'arancia. Sento sapore di brina se chiudo la bocca e il fischio si gela. Lo sguardo mi parla, è riflesso solo da finta allegria. Non è così che vorrei si fosse e da come si era, chissà se si torna.
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