Continuiamo con la pubblicazione delle interviste ai primi tre autori classificati di entrambe le Sezioni (Poesia e Narrativa) del Premio letterario “Il Giardino di Babuk – Proust en Italie”, II edizione 2016, allo scopo di farli conoscere, come persone e come autori, un poco oltre i loro testi che è possibile leggere nell’e-book del Premio: www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=200
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L’autore qui intervistato è Slobodan Fazlagić, secondo classificato nella Sezione B (Narrativa) con il racconto “Sarajevo 1992. Il treno verso Sud”.
Chi sei? Come ti presenteresti a chi non ti conosce?
Sono Slobodan Fazlagić, nato a Sarajevo (Bosnia-Erzegovina, ex Jugoslavia) il 13/01/1948. Ho frequentato il liceo scientifico di Sarajevo e sono laureato in Fisica presso l’Università di Sarajevo. La laurea è stata riconosciuta in Italia dall’Università di Trieste. Nel 1999 mi sono trasferito in Italia (Castelnovo ne' Monti, poi a Casina, in provincia di Reggio Emilia). Ho conseguito il dottorato di ricerca in Geofisica nel 2003, presso l’Università di Genova in consorzio con le Università di Modena e Torino.
Dagli anni ‘70 fino a gli anni ‘90 sono stato prima ricercatore e poi vicedirettore dell'Istituto meteorologico di Sarajevo; in seguito collaboratore scientifico e ricercatore esterno presso l'Università di Modena. Attualmente sono docente di Fisica presso istituti scolastici superiori di Reggio Emilia.
In qualità di giornalista ho collaborato con la Televisione di Sarajevo, Radio Sarajevo, Radio Zid – Sarajevo, col quotidiano “Oslobodjenje” di Sarajevo nel periodo che va dal 1992 fino ad oggi.
Dal 1996 al 1997 sono stato responsabile informazioni e portavoce della Delegazione della Federazione della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa a Sarajevo; dal 1997 al 1999 vicedirettore e autore /conduttore televisivo del Programma USAID (United States Agency for International Development) di educazione pubblica in Bosnia-Erzegovina;
autore/coautore di articoli scientifici pubblicati in diverse riviste nazionali e internazionali (26 articoli).
Pubblicazioni e Curriculum Vitae sulla pagina web dell’Università di Sarajevo – Facoltà di scienze naturali e matematiche
(www.pmf.unsa.ba/fizika/index.php/clanovi)
Quali sono gli autori e i testi sui quali ti sei formato e ti formi, e che hanno influenzato e influenzano la tua scrittura?
Classici anglo-sassoni, classici russi, classici serbo-croati-bosniaci... Molto oltre il programma obbligatorio di un liceo. All’epoca mi interessavano molto le discussioni filosofiche tra le preferenze metafisiche occidentali (hegeliane) e le premesse materialistiche (marxiste) che dominavano nel mondo dell’est – divenute attuali perché la Jugoslavia era il crocevia tra i due mondi.
Oggi leggo i contemporanei: autori anglosassoni, italiani, serbo-croati-bosniaci, …
Leggo abbastanza e ho letto molto dall'età giovanile. All'epoca, come studente delle scuole medie e superiori, ho divorato una biblioteca a Sarajevo, per “arruolarmi” poi come volontario in una biblioteca giovanile nel quartiere dove abitavo.
Direi che, naturalmente, la mia scrittura è stata influenzata maggiormente dagli autori in lingua serbo-croata, partendo da Ivo Andric, Ranko Marinkovic, Mesa Selimovic, Danilo Kiš in passato e Miljenko Jergovic oggi.
Quale utilità e quale ruolo ha lo scrittore nella società attuale?
Credo che l'utilità non si dovrebbe discutere, ma evidentemente non si riconosce abbastanza. La società attuale è influenzata maggiormente dai mass-media, dallo streaming, dai social network. Lo sviluppo tecnologico non si deve negare, è benvenuto, chiaro, però un adeguato equilibrio con la letteratura classica non si può perdere. Cito Marshall McLuhan che ricorda come all'epoca della scoperta del telefono da parte del Graham Bell si credeva che le informazioni sarebbero passate veloci e il telefono avrebbe significato la fine dei giornali. Ho l'impressione che una situazione analoga si verifichi oggi e che la parola scritta dovrà tenere il posto nella percezione e comprensione della vita che ci circonda perché fa parte della comunicazione naturale tra le persone. Non siamo macchine e non lo diventeremo mai…
Come hai iniziato a scrivere e perché? Ci tratteggi la tua storia di scrittore? Gli incontri importanti, le tue pubblicazioni.
Scrivo dall’età giovanile; come molti ho iniziato con poesie nell'età adolescenziale. Ho scritto anche qualche saggio filosofico-estetico basato sul parallelismo tra l’andamento del pensiero umanistico e fisico-matematico all’epoca dello studio della fisica. Erano lavori in cui mi esercitavo e non cercavo di pubblicarli. Ho accumulato una raccolta di poesie in quel periodo, dalla quale dopo ho rielaborato una poesia premiata nel 2013 a Reggio Emilia (Concorso di poesia Fipac – Confesercenti).
Ciò che mi motiva a scrivere proviene dal fatto che lo sento dentro di me, che scrivendo riesco ad esprimermi in maniera più ordinata e completa rispetto agli altri modi di comunicazione.
Non posso dire, a parte le numerose apparizioni nei programmi televisivi, nelle trasmissioni radio, che ho avuto molti incontri con il pubblico o altri autori.
Ultimamente sono tornato più intensamente alla poesia e alla scrittura, principalmente dei racconti. L'innesco principale per i racconti nasce con l'impulso di raccontare la straordinaria, o meglio travolgente e tragica storia legata all'assedio di Sarajevo dal 1992 al 1995. Sto preparando una serie di memorie, organizzate in racconti, sulla mia esperienza e percezione di una situazione in cui l'uomo è stato portato a sfidare se stesso, con ciò che di peggio e meglio è dentro di sé... Un tema eterno ma, come si riesce a intuire, rinnovabile…
Come avviene per te il processo creativo?
Direi che il mio processo creativo non avviene, è uno stato già presente in me. La mia mente lavora costantemente. L'analisi dell’accaduto, le associazioni innescate con qualche evento osservato, sono una fonte permanente che ho sempre davanti. Sono un osservatore instancabile, ovvero non riesco mai fermarmi, a non osservare tutto ciò che succede intorno a me – le persone, gli avvenimenti, le situazioni occasionali o pianificate, le reazioni delle altre persone su cioè che avviene. Dopo, accumulate le idee, un racconto comincia a crescere in me mentre cammino per strada, o guido la macchina, o leggo qualche libro, articolo di giornale...
Quali sono gli obiettivi che ti prefiggi con la tua scrittura?
L'analisi del comportamento umano, la risposta alla domanda: quanto stiamo contribuendo al richiamo della natura che ci offre la possibilità straordinaria di una materia diventata consapevole della propria esistenza? Come andare avanti? La natura si presta a migliorare la nostra presenza nell'universo infinito, dove lo spazio e il tempo sono intrecciati in un vortice eterno. Quanto riusciamo ad utilizzare quell'occasione straordinaria? Questa è la domanda principale che mi pongo e il campo della mia ricerca. Poi, mi viene spontaneamente di tentare di rispondere scrivendo... La scrittura per me è un dialogo con il mondo intorno a me e con me stesso, certo…
Che cos’ha di caratteristico la tua scrittura, rispetto a quella dei tuoi contemporanei?
Spero che mi sono spiegato sopra – direi la deviazione professionale di un fisico di trarre le conclusioni logiche che provengono da un’ipotesi e un esperimento in seguito - una spinta interminabile all'analisi del nostro comportamento e delle conseguenze avvenute… Nonostante sembri che un mondo rigido di un campo fisico sia molto diverso dall’insieme degli istinti umani, le leggi causali sono validi per entrambi – dettati dalla natura in sé… Io cerco di trovarmi in quella simmetria.
Si dice che ogni scrittore abbia le sue “ossessioni”, temi intorno ai quali scriverà per tutta la vita, quali sono le tue? Come si è evoluta la tua scrittura dalle tue prime pubblicazioni?
La mia ricerca era orientata sempre al rapporto tra l'individuo e la collettività, la persona e il sistema sociale. Ho avuto l’occasione di nascere in un sistema che si potrebbe definire socialista, di vedere le difficoltà e il tramonto di un’idea e dei cambiamenti radicali innescati con la confusione nelle menti degli individui trovatisi senza una bussola certa, di passare a vivere in un altro sistema nel quale non mancano le difficoltà nel rapporto tra l’uomo e il sistema stesso…
Ho già detto che sono stato influenzato principalmente dalla scrittura di classici serbo-croati-bosniaci. Se devo ripetere un nome, sarà il nome di Mesa Selimovic (1910 – 1982), autore di due romanzi eccezionali: “Il derviscio e la morte” (Derviš i smrt) e La fortezza” (Tvrđava).
Quale rapporto hai con la poesia e quale con la narrativa? Hai scritto sia in versi sia in prosa (racconti o romanzi)? Se la risposta è no, pensi che, un giorno, ti accosterai all'altro genere letterario?
Ho iniziato con le poesie tanto tempo fa; oggi vi sto tornando ancora più interessato di prima... La narrativa l'ha coltivata da sempre, a frequenze alterne ...
Se devo distinguere tra la poesia e la narrativa, credo che la complessità degli avvenimenti ci indirizza sempre verso la narrativa, almeno vale per me. La poesia ha un altro valore - rimane la modalità per esprimere un grido intenso, emotivo o filosofico, un concentrato di idee...
Quanto della tua terra di origine vive nella tua scrittura?
Decisamente rappresenta il punto fermo e la fonte di ispirazione. Il vortice proveniente dal cambiamento radicale del sistema sociale, la creazione delle nuove forme del tessuto anche statale, di una società diversa da quella in cui sono nato e cresciuto, offre tante possibilità per un osservatore e pone tantissime domande rispetto alle possibilità dell'evoluzione, alla rivoluzione o al degrado in cui si è trovato l'uomo dei Balcani... Penso non molto diversamente dagli altri; le strade dell’uomo sono sempre le stesse, ma percorse da persone diverse e in tempi diversi...
Qual è il rapporto tra immaginazione e realtà? Lo scrittore si trova a cavallo di due mondi?
Per me, essendo uno che ha studiato le scienze esatte, la realtà ha sempre avuto un ruolo predominante... L'immaginazione è un ponte indispensabile, ma temporaneo, tra le due stazioni portuali ancorate nell’oceano della realtà...
Quali difficoltà hai incontrato nel pubblicare i tuoi testi?
Fino ad oggi non ho fatto molto tentativi di pubblicare i miei testi o le poesie in quanto vorrei accumulare ancora altro materiale... Quindi, non saprei esattamente come si è trasformato il mondo dell’editoria, ma sento tante lamentele riguardo alla poesia... Sinceramente, credo che un testo valido, prima o poi, trovi il modo di essere pubblicato... Spero di non sbagliarmi; i tempi degli artisti geniali e incompresi mi sembrano appartenenti ad un passato molto lontano dalla nostra realtà e dal modo di comunicare di oggi...
Chi sono i tuoi lettori? Che rapporto hai con loro?
Come detto sopra, non sono molti...
“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di; miotico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”. Che cosa pensi di questa frase di Marcel Proust, tratta da “Il tempo ritrovato”?
Se posso dirlo, se non l'avesse scritta lui, vorrei averla scritta io! Penso esattamente così. Dai primi giorni, concludevo che un autore era bravo se riconoscevo i miei pensieri dentro il suo testo... Anzi, direi che questo sarebbe il mio criterio per considerare un’opera letteraria valida: deve rappresentare un modo di comunicare tra le persone a distanza non solo spaziale ma anche temporale...
Hai mai fatto interventi critici, hai scritto recensioni di opere di altri autori? Quali sono gli indicatori che utilizzi nel valutare, se così ci è permesso dire, un testo? Quali sono, a tuo avviso, le caratteristiche di una buona scrittura?
Fino adesso ho scritto esclusivamente recensioni scientifiche su testi scientifici... Presumo che gli indicatori siano gli stessi anche per la letteratura – la consistenza dell’autore, l'idea principale, lo sviluppo dell'idea stessa e la capacità di arrivare alla conferma, al convincimento del lettore con le conclusioni... Poi, certamente, la tempistica, il ritmo, lo spannung... Infine, il rispetto delle regole, poste dall'autore stesso o dal genere letterario, il linguaggio utilizzato... l’originalità dell'espressione, finalmente.... Se un giorno dovessi fare critica letteraria credo che seguirò questi concetti.
In relazione alla tua scrittura, qual è la critica più bella che hai ricevuto?
Quella della mia fidanzata, che è un osservatore molto severo e competente... Poi ci sono state molte opinioni di lettori di diverse generazioni...
A cosa stai lavorando? A quando la tua prossima pubblicazione?
Sto lavorando su una raccolta di poesie a tema libero. Poi, dovrò anche finire il mio ciclo di racconti su Sarajevo durante la guerra 1992 -1995, iniziato tre anni fa, ma non sono ancora sicuro se non li trasformerò in un tentativo di qualcosa di più corposo, un romanzo, per esempio... Quindi, non ho un traguardo con scadenza fissa per la prossima pubblicazione...
Quali altre passioni coltivi, oltre la scrittura?
Può sembrare strano, ma lo sport, precisamente il tennis, è la mia seconda passione. Una partita di tennis è il miglior purificatore per la mente... niente mi libera la testa come la ricerca della concentrazione per raggiungere un bel colpo eseguito in armonia tra il corpo e la mente...
Sei tra i vincitori del Premio “Il Giardino di Babuk – Proust en Italie”, perché hai partecipato? Che valore hanno per te i premi letterari? Che ruolo hanno nella comunità culturale italiana?
Volevo misurarmi con tante altre persone per avere o no la conferma della validità, del mio modo di dire le mie idee... Direi che i premi letterari sono da sempre una macchina che accelera l'interesse dei lettori e sono benvenuti... certamente se sono organizzati in maniera passionale come ho visto per quello della Recherche.
Credo che non dirò nulla di nuovo affermando che i premi sono largamente presenti nella cultura italiana e la loro penetrazione capillare nelle tantissime e piccole realtà possono aiutare, stimolare gli autori e contribuire a coltivare i talenti...
Hai qualcosa da dire agli autori che pubblicano i loro testi su LaRecherche.it? Che cosa pensi, più in generale, della libera scrittura in rete e dell’editoria elettronica?
Il mio supporto è pieno, certo. Torno al pensiero precedente – la possibilità di scrivere, l'occasione di mettersi in contatto con le altre persone con lo stesso interesse per la letteratura è diventato straordinario. Praticamente, oggi, quasi non esiste più la possibilità che un talento venga trascurato o perso, soppresso dal sistema conservatore di una volta...
Vuoi aggiungere qualcosa? C’è una domanda che non ti hanno mai posto e alla quale vorresti invece dare una risposta?
Vorrei esprimere il mio entusiasmo e i miei complimenti per l’idea portata avanti dalla LaRecherche.it. Siccome credo che il dialogo tra diversi autori potrebbe aiutare ad incrementare la qualità della scrittura, penso che con il lavoro dell’associazione siamo sulla strada giusta. Magari, organizzare qualche tavola rotonda, certamente in rete, su un tema specifico, potrebbe dare un ulteriore impulso.
Grazie Slobodan.