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Bla, bla, bla … la compagnia dei somari.

Argomento: Società

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 09/01/2019 05:44:13

Bla, bla, bla … la ‘Compagnia dei Somari’.

Brividi d’immoralità quando ci aspettavamo sussulti di moralità, destabilizzazione al posto dell’ordine, eversione in opposizione al pacifismo, sussulti di rinnovato razzismo, ma forse siamo stati troppo ingenui nel pensare che un gruppo di selvaggi fuoriusciti dai banchi di scuola, quella scuola atea e anarchica da cui già i loro professori prendevano le mosse nel lontano‘68 / ’70, incuranti di guardare con un più ampio spettro oltre il proprio naso e fregarsene delle conseguenze che a medio-lungo raggio si sarebbero avute in ogni campo. Ci si aspettava un’esplosione di democrazia e sovranità popolare (non il populismo) e siamo qui a sventolare bandiere di assolutismo gretto e facinoroso. La retrocessione culturale è avanzata a passi da gigante a spese delle professionalità più operose, dell’economia generale, della giustizia, dei servizi essenziali come la sanità, la scuola, il mondo del lavoro ridotto ai minimi termini.

Sì, ci si aspettava un ‘manuale di ritrovata armonia’ politica ed assistiamo a zuffe d’ogni conto, degne di stadi e osterie, a baruffe diverbiali dove ogni fazione coglie il prestesto per dire male dell’altra, sputarsi in faccia le riproposte malefatte che né da una parte, né dall’altra, hanno ragione di essere. Ma è sempre stato così, dice qualcuno, che dalla ragione si passa al torto, soprattutto quando si vuole strafare e il torto diventa endemico, come in questo caso in cui oltre a far esplodere l’Italia, assistiamo alla depauperazione dell’Europa tutta. Miopia se non addirittura cecità della ‘compagnia dei somari’ imperanti che non hanno una visione d’insieme e arrancano come su di una scacchiera dalla luce al buio e viceversa, senza riuscire a scansare di sbattere la testa al primo spigolo che gli si pone davanti, nel nome di una ragione di stato che ripete una solfa stantia come ‘il popolo tutto ce lo chiede’, ‘facciamo gli interessi degli italiani’, ecc.

Basta! Non ci siamo, ma a questo punto il cambiamento deve avvenire, è un imperativo che richiede una certa accelerazione altrimenti non si sa dove andiamo a finire. Basta con le urne parlamentari ‘a scrutigno segreto’, che ognuno metta la propria faccia e la propria firma sulle leggi che vengono emanate non ‘sulla fiducia’ ma a pieno titolo, se non altro tenendo conto del fatto che nessuono ha raggiunto una ‘maggioranza elettorale’ degna di questo titolo; e che, al dunque, si compongano le commissioni di lavoro formate da tutte le forze in campo, e su base costruttiva, degna di un paese moderno, civile e democratico. Basta con ‘le regioni a statuto speciale’, con i ‘diritti’ v/s ‘doveri’ differenziati, e di leggi che permettono di ‘farla franca’ a soprusi inauditi di territorialità, di competenze amministrative, di ordine pubblico che richiede interventi sempre ‘speciali’ come se tutto il paese fosse impegnato in una guerra costante e infinita.

Sappiamo che ‘il buon senso’ spolverato a più non posso nei talkshow nostrani è solo una frase fatta e utilizzata ad ogni pié sospinto da quanti vi prendono parte: politologi e intellettuali menagramo, politici improvvisati indegni di poter fare gli amministratori di condominio, illetterati incapaci di esprimersi finanche in italiano corretto, fantocci che non hanno diritto di ‘firma’ delle leggi che emanano e che vengono regolarmente ‘dictate’ da qualche ‘mente esterna’ alla giurisdizione parlamentare ecc. ecc. Possibile non ci si renda conto delle carenze di questa pletora d’improvvisatori da ‘mercato rionale’, di arrampicatori sociali senza arte né parte, che non possono fare altro che creare ‘danni irreparabili’ che a medio/lungo termine porteranno al disastro totale l’intero paese Italia? Perché diciamocelo, come sempre dice qualcuno, volenti o nolenti siamo un ‘paese liquido’ (non di liquidità come vogliono farci credere), ma di dubbi interessi economici per i mercati esteri. E qui le domande sul come e perché si sprecherebbero.

Tuttavia, per voler restare coi piedi per terra, possiamo pur dire che non ci mancano le risorse di cervelli competenti che potremmo utilizzare se, addirittura, li esportiamo all’estero; di edificatori capaci in grado di ‘pensare’ e mettere in piedi una società di diritto in grado di risolvere le ambigue questioni territoriali, faziose e obsolete che si potrebbero estirpare in breve, tali che basterebbe volerlo. Il problema è che ‘non lo si vuole’, perché fa comodo a entrambi ‘da una parte e dall’altra’ della barricata poter sollevare il ‘popolo’ in una guerra di biechi quanto sporchi interessi di parte. Ed alla fine dei ‘giochi’, perché di giochi di potere si tratta, non vi saranno né vinti né vincitori, ma saremo tutti disillusi dagli ideali imperanti, più poveri e malmessi di fronte a una Europa in frantumi.

Se queste sono le premesse, il ‘medioevo futuro’ non è poi così lontano, aspettiamoci il ritorno della barbarie più agguerrita e violenta di prima, gli Unni, i Lanzichenecchi, gli Ottomani, gli Emirati, ognuno per un desiderio di supremazia che ben conosciamo, vorranno impossessarsi dei nostri tesori d’arte, distruggere la nostra cultura, affrancarci al servilismo dei poteri economici imperanti che hanno già acquisito/acquistato tutte le nostre aziende manifatturiere, le raggiunte alte tecnologie scientifiche e meccaniche, agro alimentari, le programmate distribuzioni dei prodotti su scala mondiale, finanche le nostre ‘acque sorgive’ trasformate in multinazionali delle acque minerali. Possibile non ci si chieda a quale ‘entità’ potremmo rivolgerci infine, se non a quel ‘pezzo grosso’ del Padreterno stesso, affinché getti un occhio benevolo su di noi diseredati.

Nell’oscurità del ‘medioevo futuro’ di certo non basterà il calendario con tutti i Santi agli sproloqui che s’eleveranno al cielo contro i futuri ‘reucci’ della politica, i ‘conti’ da strapazzo, e i ‘marchesi’ della pezza, che vediamo ridere da ebeti sugli schermi TV. Ma poiché la storia non perdona e al dunque presenta il conto, stiano attenti a non ridere troppo forte che le risa infine sgorgano in lacrime e le frasi abbandonate al vento somigliano sempre più a rabbiosi ragli di somari, e i somari che ragliano troppo prima o poi finiscono sempre bastonati.

Alla prossima puntata.






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