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Berlinale Special Gala – Cineuropa News

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 16/02/2019 08:02:47

Berlinale Special Gala – Cineuropa News

Abbiamo incontrato la superstar francese Juliette Binoche per parlare dei suoi ultimi due ruoli, in Celle que vous croyez e come presidente di giuria alla Berlinale 2019.
Juliette Binoche • Attrice

"C'è una libertà che viene con l'età, soprattutto davanti alla cinepresa"
di Marta Bałaga.
14/02/2019 - BERLINO 2019: Abbiamo incontrato la superstar francese Juliette Binoche per parlare dei suoi ultimi due ruoli, in Celle que vous croyez e come presidente di giuria alla Berlinale 2019.
Juliette Binoche sta facendo il doppio lavoro al Festival di Berlino di quest'anno, sia come presidente di giuria che come protagonista di Celle que vous croyez [+] di Safy Nebbou, basato sul romanzo omonimo di Camille Laurens. Presentato nell’ambito del Berlinale Special Gala, il film vede Binoche interpretare una cinquantenne divorziata di nome Claire, che avvia una relazione amorosa online con Alex, molto più giovane di lei. Ma il problema è che Claire usa un profilo falso, e le sue bugie cominciano ad avere le gambe corte.

Cineuropa: Claire è un’insegnante di successo; ha bei figli e una carriera avviata. Cosa la porta improvvisamente a fingere di avere 20 anni?

Juliette Binoche: Da come l’ho intesa io, la sensazione di abbandono è insopportabile per lei. È stata abbandonata dal marito per una donna più giovane, abbandonata dal suo amante, a cui non importa molto di lei. Cerca un modo per non sentirlo, aggrappandosi a qualcosa che non funziona più. Facebook è uno dei mezzi che usa, ma arriva al punto in cui deve distruggere l'illusione. È doloroso capire che sei una perdente, ma ciò le dà una nuova forza. Non ha più paura: raggiunge un luogo in cui si apre a nuove cose ed è in grado di andare avanti. Questa sensazione di abbandono è semplicemente orribile. La sentiamo molto presto da bambini, ma sentirla di nuovo da adulti...
Si nasconde dietro testi e messaggi. Ma esprimere le emozioni in questo modo non è esattamente più sicuro, vero?
Sembra sicuro, ma questo film ti mostra che non lo è; è un'illusione. La fisicità è qualcosa che può confermare i sentimenti, il corpo ha bisogno di essere coinvolto. E quando non succede, è più pericoloso, in un certo senso. Sei intrappolato in quella illusione.
Eppure, in qualche modo è anche un film che non evita di mostrare la sessualità femminile, anche la gente probabilmente pensa che non dovrebbe più sentirsi così.
Mio padre ha 85 anni e continua a flirtare con tutte le infermiere! Non va mai via. Il bisogno di desiderio è sempre lì, ma sta a te scegliere come esprimerlo. Con il tempo, puoi imparare a conviverci in un modo diverso – un modo migliore, se sei fortunato. Non ne sei dipendente come quando avevi 20 anni.

Quindi, quando si affronta una relazione, bisognerebbe essere pronti a lasciar andare?

O lasciare che non sia niente, che non è facile. Quando cresci emotivamente, sembra che stai morendo. Ed è così – c'è una parte di te che muore per raggiungere quello strato più profondo. L'età può essere uno strumento meraviglioso per questo. Ci lamentiamo sempre dell'età e ne abbiamo paura, ma è l'età che ti porta serenità, e io ci credo davvero. C'è una libertà che viene con l'età, soprattutto di fronte alla cinepresa. Mostra la verità di ciò che stai vivendo come essere umano. Ecco perché questo ruolo è stato fonte di gioia per me, perché la vita è apprendimento, e impari quando sei giovane e quando sei vecchio.

C’è qualcosa che cerca come presidente di giuria?

È più ciò che sembra importante dare al mondo. Questo è il potere che abbiamo: concentrarci su temi specifici. La Berlinale sceglie film politici che hanno soggetti molto contemporanei, che ci fanno pensare e crescere come società. Abbiamo bisogno di sentire voci diverse, e credo che avremo sempre più registe ai festival. Stanno già dimostrando la loro abilità artistica e capacità, ma Dieter [Kosslick, il direttore del festival] mi ha detto: "Non ho scelto questi film perché erano fatti da donne; li ho scelti perché erano buoni".

Claire è un personaggio complicato perché mente tutto il tempo: al suo amante, alla sua terapeuta, interpretata da Nicole Garcia, e persino a se stessa. Da attrice esperta, pensa di sapere già cosa porta le persone a comportarsi così?

Interpretare un ruolo non significa dire bugie; significa dire la verità. Ma il mio personaggio cerca di evitarlo, quindi è un gioco a nascondino. Gli attori sono abituati ad analizzare le emozioni; sai dove andare per esprimere o ricreare la vita – un po' come un pianista che sa dove si trova il Re minore. Fa parte del mio mestiere.


Sinossi di Safy Nebbou

Claire è una donna di 50 anni che lavora come insegnante. È divorziata e madre di due figli. La sua vita sentimentale con il giovane amante Ludo funziona bene ma Claire decide di creare un falso profilo Facebook per tenerlo d'occhio Si trasforma così nell'attraente ventiquattrenne Clara. Ludo resiste e si comporta bene ma ci casca invece il suo miglior amico Alex. Tra i due inizia una strana relazione.
titolo internazionale: Who You Think I Am
titolo originale: Celle que vous croyez
paese: Francia, Belgio
genere: fiction
regia: Safy Nebbou
durata: 101'
data di uscita: FR 27/02/2019, BE 6/03/2019
sceneggiatura: Safy Nebbou, Julie Peyr

cast: Juliette Binoche, François Civil, Nicole Garcia, Charles Berling, Guillaume Gouix, Marie-Ange Casta, Claude Perron, Jules Houplain

fotografia: Gilles Porte
montaggio: Stéphane Pereira
scenografia: Cyril Gomez-Mathieu
costumi: Alexandra Charles
musica: Ibrahim Maalouf
produttore: Michel Saint-Jean
produzione: Diaphana, France 3 Cinéma, Scope Pictures
supporto: Canal+ (FR), Ciné+ (FR), Sofica La Banque Postale Image (FR), Sofica Manon (FR), Sofica Cinécapital (FR)
distributori: Diaphana Distribution, Cinéart, Rosebud Motion Pictures Enterprises - Rosebud21, Alamode Film, Camera Film

Recensione: Celle que vous croyez di Fabien Lemercier
11/02/2019 - BERLINO 2019: Juliette Binoche è una cinquantenne assetata d’amore che si ringiovanisce nell'universo virtuale. Un adattamento del romanzo di Camille Laurens firmato Safy Nebbou.

"I social network, per gente come me, sono al contempo il naufragio e la zattera". E’ un ruolo difficile, di donna risucchiata nel vortice di uno sdoppiamento d’identità che le offre l’illusione della giovinezza e dell'amore, che il regista francese Safy Nebbou ha offerto a Juliette Binoche con Celle que vous croyez [+], adattato dall’omonimo romanzo di Camille Laurens.
Presentato in proiezione di gala alla 69ma Berlinale, il lungometraggio deve molto alla performance della sua attrice principale perché nonostante una trama articolata, non è certo scontato mettere in scena con intensità una storia durante la quale la protagonista trascorre molto tempo davanti allo schermo del suo computer o chinata su quello del suo cellulare, essendo gli scambi di messaggi su Facebook la materia prima del film. Ci voleva dunque una grande attrice per tenere il film e anche per accettare di incarnare una donna abbandonata dal marito, in preda a una profonda tristezza, a notti insonni arginate dal Valium, al deserto sentimentale e alla voragine che le si apre davanti allo specchio a oltre 50 anni, quando la capacità di suscitare desiderio svanisce con il passare inesorabile del tempo.
"Una donna come me, con le palpebre un po’ pesanti e la carnagione che sfiorisce". È così che Claire (Juliette Binoche) parla di se stessa alla sua nuova psicologa (Nicole Garcia), aprendo un lungo flashback che vede questa insegnante di francese all'università umiliata da Ludo (Guillaume Gouix), suo amante occasionale ("non capisco perché mi chiami, potrei essere il fratello dei tuoi figli"), tentare di avvicinarsi a lui simpatizzando su Facebook con il suo amico Alex (François Civil). A tal fine, si inventa un profilo: Clara Antunes, 24 anni. Un alter-ego virtuale che diventerà sempre più importante ("ogni parola era scelta con cura, un errore di linguaggio e la magia rischiava di svanire"), a mano a mano che si sviluppa un flirt. Seguono una foto (quella di "una sconosciuta") e scambi vocali che diventano rapidamente incessanti, invasivi, sessuali. Perché Claire è dipendente da questa relazione a distanza ("con lui, mi sento viva") al punto di trascurare i suoi doveri di madre e quasi scivolare completamente nella fantasia ("non fingevo di avere 24 anni, avevo 24 anni"; "mi sentivo più Clara di Claire"). Fino al giorno in cui Alex non ne può più: vuole vederla in carne ed ossa...
Scritto da Safy Nebbou e Julie Peyr, la sceneggiatura riserva più sorprese (più o meno verosimili) di quanto sembri, con le menzogne che si incastrano le une nelle altre fino a traboccare nell'immaginario, dando al film una punta di thriller che si dispiega nelle gelide atmosfere degli alti edifici parigini ornati da grosse vetrate. Attraverso queste confidenze di una donna che affoga in una relazione virtuale e in un amore artificiale la realtà della sua disperata solitudine, il regista traccia il quadro di una società della comunicazione moderna e influente in cui il sogno ad occhi aperti non è lontano dalla tragedia.

Prodotto da Diaphana Films e coprodotto da France 3 Cinéma e dai belgi di Scope Pictures, Celle que vous croyez è venduto nel mondo da Playtime.


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