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Novità al Cinema - in collaborazione con Cineuropa News

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 31/03/2023 08:08:46


Novità nel mondo del Cinema - in collaborazione con Cineuropa News

Cristina Priarone • Direttrice, Roma Lazio Film Commission
“Una chiave caratterizzante degli anni recenti dell'associazione è proprio una fortissima collaborazione tra film commission e tra le regioni”

di VALERIO CARUSO - 29/03/2023 -
Come sta cambiando il lavoro delle film commission? Ce lo spiega Cristina Priarone, la presidente dell’associazione della Italian Film Commissions.

Cineuropa: Parliamo di questo nuovo comitato direttivo dell’associazione Italian Film Commissions, come si è formato questo nuovo team e quali sono le priorità che vi siete dati per i prossimi anni?
Cristina Priarone: Ci sono state le elezioni del nuovo coordinamento, che ha una valenza triennale, io sono stata riconfermata come presidente. I due vicepresidenti eletti sono Paolo Manera del Piemonte e Maurizio Gemma della Campania. Si tratta di due film commission che hanno fatto un percorso molto forte. Il Piemonte è stata una delle prime film commission, la Campania ha avuto veramente negli ultimi anni un exploit notevolissimo di presenza di produzioni, di creatività sul territorio, quindi sono molto contenta che ci siano due professionisti così con me. Italian Film Commissions è un'associazione che ha fatto una grande crescita, affrontando man mano tutte le istanze che emergono sia a livello nazionale che internazionale. È un modo di lavorare su cui la capillarità influisce, che va di pari passo con una presenza su tutti i territori italiani e con l'ascolto delle esigenze di tutti i territori italiani, per poi dare una risposta sinergica. Avere un coordinamento ben composto in questo senso è molto positivo.
Ci sono delle collaborazioni tra le film commission?
Una chiave caratterizzante degli anni recenti dell'associazione è proprio una fortissima collaborazione tra film commission e tra le regioni. Diversi anni fa vi era ancora una dimensione di concorrenza un po' ottusa tra alcune film commission, ma si è visto poi che non era assolutamente la strada vincente, molto meglio lavorare uniti per rafforzare tutti anche perché è davvero una vittoria come paese. Inoltre ormai sullo stesso progetto spesso c'è la convivenza di fondi diversi e di riprese in territori diversi, quindi questo porta un'automatica collaborazione. È un valore molto importante ormai consolidato ed entrato nel DNA dell’associazione e delle nostre strutture. Questa collaborazione ha portato a vincere un bando Mic per un progetto cinema a km zero di educazione all'immagine, una formazione per insegnanti.
Questa problematica del green shooting è una cosa che viene incorporata sempre di più dalle film commission, immagino.
Assolutamente, è un elemento molto importante per noi, ormai tanti territori hanno questo tipo di attenzione. Come associazione naturalmente abbiamo delle film commission che agiscono da stimolo più di altre in questo senso, come per esempio il Trentino e la Sardegna, ma diciamo che ormai il green shooting è un'esigenza fondamentale che è ben presente finalmente sui territori e che trova attraverso i fondi regionali una leva di incisività molto efficace. Ormai molte regioni danno più risorse in funzione di un'attenzione ecologica, quindi è una realtà connessa direttamente alla dimensione dei fondi.
Non c’è obbligatorietà quindi, c’è un bonus?
Dipende un po' dalle regioni, dalle film commission e dai loro regolamenti, diciamo che in linea di massima i territori si stanno organizzando così come avviene sulle nuove professioni per cui, per esempio, si sta creando la figura del gender manager o la persona che controlli che ci sia il rispetto di tutte le istanze anche sulla diversità. Abbiamo avuto bisogno di Covid manager, allo stesso modo si sta creando anche la professionalità del green manager. Di fronte a nuove tematiche e nuove istanze, il settore ha poi bisogno di organizzarsi quindi la logica del bonus consente proprio un processo di trasformazione, poiché non è detto che sul territorio ci sia modo di avere per forza scenografie ecologiche.
In quanto osservatrice delle produzioni che si svolgono nel Lazio ma anche a livello nazionale, dalla fine del Covid come si sta muovendo la produzione in Italia? C'è più produzione, e che tipo di produzione? Ci si sta spostando come in altri paesi sulle serie televisive finanziate dalle piattaforme?
La serialità è entrata fortemente nel nostro paese a livello produttivo. C'è anche una bella crescita dei documentari secondo me, ma diciamo che nell'insieme c'è un momento di vitalità creativa anche grazie alle piattaforme da cui tutti ci aspettavamo progetti solo mainstream. Invece abbiamo avuto alcune produzioni anche di ricerca, di attenzione diversa e questo ha aperto a tante dinamiche, anche alla nascita di autorialità diversa. Si pensi a un progetto come Sanpa [+], a un tipo di produzione che forse prima mancava. Questo processo ha tirato fuori nuovi talent italiani sulla ribalta internazionale. C'è tutta la parte di giovani attori e giovani attrici che hanno potuto avere successo grazie alla nuova realtà delle piattaforme e delle serie e del nuovo rapporto con il nostro paese.
Cineuropa ha raccolto testimonianze di produttori europei che dicono che non si trovano maestranze. È una cosa che succede anche in Italia?
Assolutamente, c'è una grandissima richiesta e spesso alcuni ruoli mancano, è difficile trovare organizzatori, segretari, amministratori, segretari di edizione, location manager. C'è una grande ricerca nuove professionalità, anche per tutta la parte del digitale. C'è un tale rinnovamento anche tecnologico per cui c'è necessità di formare nuove professionalità. Le nostre maestranze vengono coinvolte in produzioni internazionali che non si svolgono in Italia. Chiaramente abbiamo bisogno di formarne altri. È un tipo di know how molto pregiato, approfondito, che non è semplice rimpiazzare. Quindi è un'ottima occasione questo flusso di produzioni, sarebbe bene rispondere creando nuove professionalità e facendo sì che lasci sul territorio italiano anche un nuovo motore produttivo, creativo e a livello di maestranze.
Invece, per quanto riguarda la Roma Lazio Film Commission, quali sarebbero le prossime novità o attività che state preparando?
Come Roma Lazio abbiamo sempre un lavoro molto intenso sullo sviluppo della coproduzione, in questo siamo stati pionieri e da molto tempo, tanto che poi il nostro lavoro ha portato a consolidare nella nostra regione uno dei più importanti fondi europei sulla coproduzione. Abbiamo un’importante collaborazione con Berlino Brandeburgo, con Medienboard, proprio sulla coproduzione e sulla serialità televisiva. Abbiamo già fatto un grosso incontro a Roma a giugno scorso e avremo una prossima attività a Berlino sempre riguardante le piattaforme, lo scambio di progetti, un lavoro di collaborazione naturalmente ad alto livello anche con il supporto delle film commission. Oltre a questo nostro focus abbiamo una promozione capillare del territorio costante, un lavoro sulle location che non solo va avanti in maniera accurata ma anche si rinnova sempre su nuove corde, perché per noi è importante dare una fruizione a livello tecnico delle location, intendo una grande varietà, una mappatura costante. Noi abbiamo un database di location ormai enorme, capillare in tutte le parti della regione ma è anche necessario fare un lavoro di suggestione e di attrazione proprio per farle capire. Abbiamo lavorato per esempio sugli alberi centenari per usarli come location, abbiamo un patrimonio in questo senso nel Lazio incredibile. Daremo il via a un'iniziativa che si chiama I Posti Parlanti in cui oltre a promuovere la location se ne fanno capire, agli operatori audiovisivi ma anche al pubblico e ai cittadini di tutti gli altri settori, tutte le altre connessioni, gli altri contenuti, gli altri angoli di lettura, culturale, naturalistico, storico o contemporaneo.
Il progetto sugli alberi secolari è arrivato in finale a Makers and Shakers, un premio sulla migliore iniziativa sulle location a Londra.
Ricordiamo quanto è il fondo di coproduzione?
Il fondo di coproduzione è di 10 milioni di euro l'anno. Lazio Cinema International è un fondo aperto a tutta l'Europa e a tutto il mondo, naturalmente bisogna avere un coproduttore del Lazio, metà va al cinema e metà alla TV. I soldi vanno spesi nel Lazio, ma abbiamo un meccanismo non solo legato alle riprese, è un fondo interessante. In totale i fondi del Lazio sono 23 milioni di euro.


Tutto pronto per il Bif&st 2023
di VITTORIA SCARPA

23/03/2023 - Il 14° Bari International Film&Tv Festival si terrà dal 24 marzo al 1° aprile, con anteprime mondiali, film provenienti da tutto il mondo, masterclass e una sezione dedicata alla fiction tv.
Gli ultimi film di Gabriele Salvatores (Il ritorno di Casanova [+]), Ivano De Matteo (Mia) e Walter Veltroni (Quando [+]) sono alcuni dei titoli che si potranno vedere in anteprima assoluta al 14° Bif&st - Bari International Film&Tv Festival, in programma dal 24 marzo al 1° aprile nei più bei teatri del capoluogo pugliese (Petruzzelli, Piccinni, Kursaal, Margherita, Van Westerhout). Diretto come sempre da Felice Laudadio, e presieduto quest’anno dal regista tedesco premio Oscar Volker Schlöndorff, il Bif&st 2023 schiera 12 film nella sezione competitiva Panorama internazionale, la cui giuria ha come presidente onorario il regista iraniano Jafar Panahi; 8 titoli nella sezione non competitiva Anteprime internazionali, selezionati fra la produzione mondiale più recente e totalmente inediti in Italia; 7 lungometraggi nella sezione ItaliaFilmFest/Nuovo cinema italiano, 6 dei quali in anteprima assoluta.
Dopo la pre-apertura affidata a un evento speciale in collaborazione con Amnesty International, il documentario sui diritti umani Rumore - Human Vibes di Simona Cocozza, il festival si aprirà con l’ultima fatica del regista premio Oscar Gabriele Salvatores, Il ritorno di Casanova, ispirato al celebre racconto omonimo di Arthur Schnitzler e interpretato da Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio. Tra le Anteprime internazionali si potranno vedere inoltre l’ultimo film di Margarethe von Trotta, Ingeborg Bachmann. Viaggio nel deserto [+], in concorso all’ultima Berlinale, The Kiss [+] di Bille August, Couleurs de l’incendie [+] di Clovis Cornillac, Le Torrent [+] di Anne Le Ny.
Tra i titoli in concorso, in lizza per i premi al miglior regista, attrice e attore protagonisti, figurano, tra gli altri, Kaymak [+] di Milcho Manchevski, il candidato britannico all’Oscar 2023 Winners [+] di Hassan Nazer, Driving Mum [+] di Hilmar Oddsson, Amusia [+] di Marescotti Ruspoli, e poi ancora, Storm [+] di Erika Calmeyer, Roxy [+] di Dito Tsintsadze e, fuori concorso, Les Engagés [+] di Émilie Frèche.
Le masterclass in programma vedranno protagonisti i sette cineasti premiati con il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence, ossia Gabriele Salvatores, Fabrizio Bentivoglio, Sonia Bergamasco, Luigi Lo Cascio, Guido Lombardo, Francesco Piccolo, Saeed Roustayi. Dopo la proiezione di Leila’s Brothers di quest’ultimo è prevista una mobilitazionedei cineasti presenti a Bari in solidarietà con i cineasti iraniani perseguitati dal regime degli ayatollah.
Tra i film del concorso ItaliaFilmFest, che saranno giudicati da una giuria del pubblico presieduta dalla produttrice Donatella Palermo, il nuovo film di Rocco Papaleo, Scordato, con la cantante Giorgia, e Percoco di Pier Luigi Ferrandini, sul primo stragista familiare della storia d’Italia. Tra gli eventi speciali, la prima mondiale di Samad, primo lungometraggio di finzione di Marco Santarelli (Dustur [+]).
Infine la sezione BariFictionF&st, una rassegna di opere televisive prodotte da grandi broadcaster italiani e internazionali: tra le tante, saranno mostrate in anteprima Il metodo Fenoglio, tratto dai “gialli” di Gianrico Carofiglio, la serie franco-belga Sophie Cross e la serie finlandese Next of Kin.
Già assegnati, come di consueto, i premi The Best of the Year, conferiti dalla giuria dei critici cinematografici ai migliori film italiani dell’ultimo anno. Tra i talent che ritireranno i loro premi durante il festival, Fabrizio Gifuni (miglior attore protagonista), Tommaso Ragno (miglior attore non protagonista), Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino (miglior sceneggiatura), Barbara Ronchi (migliore attrice protagonista), Lidia Vitale (migliore attrice non protagonista) Elodie (attrice rivelazione), Roberto Andò (miglior regista).

Recensione: “Il ritorno di Casanova” – di Gabriele Salvatores.
di VITTORIA SCARPA
28/03/2023 - Nel suo ultimo film, in prima mondiale al 14° Bif&st, Gabriele Salvatores riflette sul tempo che passa, il decadimento fisico e il rapporto tra cinema e vita

La malinconia di Leo Bernardi la avverte anche l’appartamento dove vive, che è interamente demotizzato e iper accessoriato, e che a un certo punto sembra impazzire: le luci si accendono e si spengono da sole, i rubinetti sputano acqua all’improvviso, la tavoletta del bagno rimane bloccata a mezz’aria. Acclamato regista avviato verso il tramonto sia professionale che personale, Leo è il protagonista del nuovo film di Gabriele Salvatores, ha il volto di Toni Servillo e non riesce proprio ad accettare il suo lento declino. E così, mentre cerca di completare il suo ultimo film su Giacomo Casanova, pressato dalle aspettative del suo produttore che teme di perdere l’investimento (Antonio Catania), dalle sollecitazioni del suo montatore che vuole chiudere il film (Natalino Balasso) e dalla rivalità con un giovane cineasta che minaccia di soffiargli il posto alla Mostra del Cinema di Venezia, anche la sua casa manifesta disagio. È questo uno dei tocchi surreali che punteggiano Il ritorno di Casanova [+], il 20° lungometraggio del regista premio Oscar (con Mediterraneo, 1991), liberamente ispirato a “Il ritorno di Casanova” di Arthur Schnitzler. Un lungometraggio costruito come un gioco di specchi tra un regista e il protagonista del suo film (Casanova è interpretato da Fabrizio Bentivoglio), che parla di tempi di gloria andati e di giovinezza perduta, e che Salvatores ammette essere la sua opera più personale.
Proiettato in anteprima mondiale al 14° Bari International Film & Tv Festival, Il ritorno di Casanova salta dalla realtà alla finzione grazie al montaggio puntualmente alternato di Julien Panzarasa, distinguendo visivamente le due parti in modo netto: la vita vera, quella di Leo, oggi, che cerca di chiudere il suo film, è filmata in bianco e nero; il set in costume e parrucche del ‘700, che vede un Casanova ormai vecchio tentare miseramente di conquistare una giovane fanciulla (Bianca Panconi), è invece a colori. Mentre lavora, a fatica, al montaggio del suo film, l’ultrasessantenne Leo scopre di avere molto in comune con il suo personaggio principale, perché proprio come Casanova si è trovato di recente a vivere una passione per una giovane donna (Sara Serraiocco), e a dover fare i conti con il tempo che passa. Vanesio, ossessionato dal suo lavoro e dalla fama, Leo è travolto dai ricordi di questo amore che lo ha colto di sorpresa e che non ha avuto il coraggio di abbracciare fino in fondo.
Sono tanti i temi che si intrecciano in questa mise en abyme cinematografica, a tratti onirica, sceneggiata da Salvatores con Umberto Contarello (La grande bellezza) e Sara Mosetti (il trio ha già firmato insieme la sceneggiatura di Tutto il mio folle amore): il tema del doppio, il decadimento fisico (qui mostrato con coraggio e senza veli), la forza seduttiva che con il tempo svanisce, il rapporto tra cinema e vita, i capricci e le manie legate al mestiere, il nuovo che avanza. Ci entra anche l’assalto dei giornalisti, che come un esercito avanza a caccia di scoop e che Leo respinge a colpi di fioretto. Servillo e Bentivoglio brillano nei rispettivi ruoli: l’autoironia del primo finisce per rendere simpatico Leo anche nelle sue frivolezze; il secondo restituisce un Casanova che fa tenerezza nel suo rivelarsi totalmente impreparato alla vecchiaia. “Tu sei giovane, ma io sono Casanova”, dice quest’ultimo al suo aitante rivale in amore, ma questa sua ostinazione a voler ripetere se stesso è votata al fallimento. Anche perché, come controbatte idealmente la giovane amante di Leo: “Io ho tanta vita davanti e tutto il tempo per rinnamorarmi di nuovo”. E non poteva essere detto in modo più crudele.

Il ritorno di Casanova è una produzione Indiana Production con Rai Cinema, Ba.Be Productions ed EDI Effetti Digitali Italiani, in collaborazione con 3 Marys Entertainment. Dal 30 marzo sarà al cinema con 01 Distribution. Rai Com cura le vendite internazionali.





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