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Bla, Bla, Bla … l’intingo e l’inzuppo.

Argomento: Società

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 18/11/2024 08:41:37

Bla, Bla, Bla … l’intingo e l’inzuppo.

 

A scuola allo stesso modo che all’università, copiare, scopiazzare, imitare e contraffare hanno tutte la stessa radice, quella di voler ‘fare i paraculi’ con la differenza che ‘intingo’ ha significato di ‘attingere a…’ mentre ‘inzuppo’ ci dice qualcosa come ‘farcito di…’, tuttavia diverso dal plagio vero e proprio, per lo più afferente a ‘impossessarsi di…’ qualcosa che non ci appartiene. Come del resto avviene in politica dove, ammesso e non con-cesso, tutti si copiano o scopiazzano, rispolverano o a dir poco addirittura riesumano i discorsi fatti precedentemente da altri che non si limitano a citare, bensì prendono di sana pianta non solo i concetti ma finanche le idee, seppure a suo tempo ritenute ‘bizzarre’ o ‘anti-costituzionali’. Sì che ci si chiede: se non hanno funzionato allora, perché dovrebbero essere di qualche utilità oggi che la società democratica che dir si voglia, malgrado il suo evolversi, di qua da una reale crescita fattiva, assiste a un degrado culturale di bassa lega, forse mai raggiunto prima d’ora. Inutile chiedersi oggi di chi è la colpa, come al solito è sempre di quelli che c’erano prima. Se la ‘scala sociale’ è costantemente sporca d’ignoranza, di affabulazione retorica, di sopra-funzioni inutili, di idee interventiste a sproposito, si finisce per darne la colpa al portiere del palazzo, che non riesce a tenere le cose in ordine, tanta è la rissosità dei condomini. Ma se, mettiamo che della ‘scala’ in uso ne approfittano per allargare i mq dell’abitazione, non ci si deve lamentare se gli altri inquilini si ribellano del sopruso. Se, sempre messo-il-caso, al sopruso si aggiungono le chiacchiere a sproposito delle malelingue ignoranti, non si può poi meravigliarsi se al digiuno di quanti sono impreparati si aggiungono le invettive catilinarie di chi chiama a rispondere ‘voci’ (sbagliate) affatto pertinenti alle denunce fatte. Mi spiego meglio, almeno penso, ad esempio: se si è intinto male (leggi scopiazzato), o se si è inzuppato peggio nel tomo sbagliato che un eminente giurista ha redatto in perfetto italiano, vuol dire che si è incapaci non solo di leggere e/o di interpretare ma anche più semplicemente di copiare. Del resto è alquanto faticoso sfogliare i milioni di tomi esistenti per trovare la risposta giusta, quanto meno la proposta che faccia al caso proprio, inteso come proprietà da mettere a frutto. Allora si avviene semplicemente a citare sbagliando l’uno con l’altro quelli che sono stati in passato i fautori di tanta cultura sancitoria dei ‘bonus et malus’ che ne derivano. Del resto chi gli ha permesso di accedere a quelle che sono le più alte cariche, di attuare lo scempio che si fa della nostra cultura, in fatto di costituzionalità, di promulgazione di leggi, di legalità, nessuna delle quali mai attuata nella forma autentica quanto più originale in primis nel nostro paese, e giunta alla più avanzata internazionalità riconosciuta da tutti gli altri popoli e nazioni, siamo ancora noi con la nostra mai disillusa ‘superiorità’ di detentori della verità assoluta. Sì che siamo finiti per restare indietro, relegati nelle ultime file di banchi, dove l’ ‘intingo’ e l’ ‘inzuppo’ sono all’ordine del giorno. Se non altro negli altri paesi qualcuno ha il coraggio di ammetterlo e magari di dimettersi, liberando il posto usurpato, soppiantando chi ‘nel merito’ avrebbe potuto accedere all’ambito scranno. Mi torna alla mente un aneddoto, quando chiamato a relazionare il discorso di un ‘emerito’ a capo di una importante istituzione, giunsi in disdicevole ritardo al suo briefing mattiniero a causa di un guasto al motore dell’auto di mia proprietà. Dacché nella sala riunioni affollata inutilmente di nullafacenti a fargli da zerbino e ‘leccaculi’ di varia utilità, restando io sulla porta, non riuscii a sentire una parola di quelli che erano i suoi intenti per il futuro di sua amministrazione, così come delle sue velleità presidenziali. Tuttavia individuai un collega seduto al tavolo del conferenziere e lo attesi all’uscita per conoscere quanto era stato detto e di quel che si voleva esporre nel discorso che l’ ‘emerito’ avrebbe voluto esternare alla larga platea di accoliti corrotti come lui. In verità tutti invitati esclusivamente a fare da claques al termine della conferenza prima di lanciarsi affamati e stanchi sul buffet organizzato per l’occorrenza. Non c’è che dire, quanto mi riferì il collega ghostwriter come me, lasciava molto a desiderare, sebbene una sua frase mi illuminò a dovere: “sai quello che si è detto al briefing dell’altra conferenza di un anno fa, beh non lo crederai, si è parlato delle medesime cose, come se un anno sia passato invano, gli stessi propositi, le stesse promesse, gli stessi rapporti basati sulla fiducia, ecc. ecc.”. detto fatto, una volta a studio, recuperai il ‘discorso’ dell’anno precedente cambiando la data, qualche sporadico nome dismesso nel frattempo perché sceso nei suoi interessi, chiudendo il ‘discorso’ con un’ombra apparente del futuro ch’era ormai alle porte e lo consegnai alla Segreteria che si guardò bene dal fare le sue considerazioni… “Orbene signori e signore convenuti a questa nuova fase del nostro mandato … ecc. ecc.” – fu la premessa al suo discorso presidenziale. Ne seguì che l’ ‘emerito’ lesse di getto tutto quello che c’era scritto senza neppure rendersi conto che stava ripetendo le stesse frasi, gli stessi concetti, le stesse promesse dell’anno prima, ancor più sul finire volle complimentarsi con lo staff dei suoi redattori, in primis me, che avevano confezionato (lui disse collaborato) al progressivo ampliamento della sua già vetusta quanto umana ambizione di migliorare la società. Un ammasso di bugie e falsità che non si sarebbe mai sognato di attuare, quanto invece avevano il solo scopo di incrementare la sua posizione economica, alla faccia dei suoi elettori caconi avidi di accontentarsi delle briciole che avrebbe ‘donato’ loro con prodigalità. L’applauso di rito aveva poi inondato la sala conferenze, trasformata in seguito in una gazzarra di complimenti fasulli quanto ipocriti che, inquanto a voler scopiazzare ‘i loro capi’ finiscono ad essere come loro, con la differenza che in quanto a voler ‘fare i paraculi’ magari prima o poi ci sbattono il muso, e da quegli ignoranti che sono, si chiederanno perché?


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