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Anna Fontanella. Il frammento e l’infinito.

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Comunicazione di Fulvia Minetti
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Pubblicato il 10/10/2025 11:37:08

L’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea, in convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio, iscritta all’albo di Roma Capitale e del Comune di Canale Monterano, presidente fondatrice la prof.ssa Fulvia Minetti, vicepresidente il dott. Renato Rocchi, direttore artistico Antonino Bumbica, inaugura la mostra dell’Artista Anna Fontanella alla Galleria Accademica d’Arte Contemporanea della Città d’Arte Canale Monterano di Roma in Corso della Repubblica n.50 il 18 ottobre 2024 alle ore 18.00, aperta al pubblico fino al primo novembre 2025 ore 11,00-13,00 con ingresso gratuito.

 

Anna Fontanella, di origine Campana, si trasferisce a Roma negli anni ‘80, dove frequenta il Corso pittorico quadriennale “Pittura Murales” e ne consegue il titolo, presso la Scuola di Arti Ornamentali, poi il Corso di Ceramista presso l’Istituto CIOFS-FP Lazio e il corso di Ceramica Raku presso ateliers. Partecipa annualmente alla Mostra collettiva “Arte in chiasmo” presso la Galleria Accademica d’Arte Contemporanea, nel 2024 e nel 2025 riceve il Riconoscimento al Merito Speciale della Giuria al Premio Accademico Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea Apollo dionisiaco con esposizione presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e con pubblicazione delle opere con critica in semiotica estetica nella Mostra Accademica dell’Arte Contemporanea online. Il segno in movimento, la gestualità e il colore rappresentano per l’artista un viaggio metamorfico alla scoperta di Sé. Lavora su diverse superfici in esplorazione delle textures, con aggiunta del materiale di stratificazione cartacea, seguendo i liberi flussi di coscienza dello "Stato di Flow" descritto da Mihaly Csikszentmihalyi in un “totale coinvolgimento in cui il tempo si dissolve e la libertà diventa assoluta”.

 

Il rituale creativo della Fontanella è un viaggio che principia dallo stato di latenza totipotente del caos primigenio, dalla materia prima e grezza, che giaceva reietta all’ombra obliata alla coscienza, al luogo dell’inconscio, fino al cosmo di un movimento che conduce a un valore nascente e ad un nuovo senso prospettico.

 

È un percorso di morte e di rinascita, un descensus nella cecità della materia, frammentata e informe, per una reintegrazione del rimosso, per un ascensus di sublimazione, che supera la nigredo del dubbio, dell’assurdità, dell’incoerenza e della contraddizione, nella partecipazione alla ciclicità elementare della natura, eternamente risorgente.

 

L’alchimia della Fontanella solve e coagula, attraverso l’acqua e attraverso il fuoco, libera e poi condensa nuova vita nel sale, che congiunge in una cosa sola le nature opposte di mercurio e di zolfo. Il sale è la qualità del corporeo, la radice e la quintessenza di tutti i corpi, che dona il sapore e il sapere, la sapienza eterna. La forma del labirinto del viaggio di conoscenza archetipicamente e anatomicamente fonde il plesso solare e il cervello, perché il saggio è colui che assaggia e il sapiente è chi assapora l’essenza delle cose al senso. Il sapore è il principio del sapere, nell’avviluppo che abbraccia l’infinito amore fra materia e spirito.

 

L’artista traccia il filo d’Arianna che conduce alla propria alterità: è un processo individuativo, d’integrazione d’inconscio e di coscienza. Il vissuto emotivo informe diviene gradualmente modulazione tonica, forza di movimento, segno di messa in forma della conoscenza. È un atto apotropaico, che letteralmente allontana ed esorcizza lo smarrimento labirintico dell’essere nell’elevazione alla visione dedalica, superna e sapienziale, per la nascita di una nuova identità espressiva. L’artista non cerca la cosa, ma l’evento di relazione, il continuum dell’azione, il transito di metamorfosi formale, perché il senso non si possiede, ma è e si dona allo spazio d’incontro.

 

La visione contemplativa della Fontanella s’inscrive nella dimensione segnica della conoscenza e tuttavia la fugge e circoscrive, superando il linguaggio formale e la sua cecità costitutiva della verità. Il colonnato è un portale, un ingresso nel regno della luce, della rivelazione mistica dell’ineffabile. La soglia di attraversamento è l’uomo stesso che s’innatura nel templum, nello spazio di cielo partecipante della bellezza superna, a trattenere per un istante eterno il flusso dell’impermanenza.

 

Il collage caleidoscopico e iridato della Fontanella esprime profondamente il senso e il valore dello stare insieme, che deriva dal latino sĕmel, che vuol dire una volta, una volta sola, la prima volta, una volta per sempre e dal sanscrito samâ, che significa lo stesso. L’artista presenta due metà opposte e al contempo inscindibili, poiché della medesima sostanza, che tempo, spazio e accidenti non possono dividere, perché l’uno abita finanche la solitudine dell’altro e non ha visione del mondo se non attraverso un unico e condiviso sguardo interiore.

 

La condizione che salva dal divenire depauperante del tempo lineare, dall’istante figlio che pasce dell’istante padre, nella distruzione della memoria è il tempo circolare della natura, dell’inarrestabile continuo sussistere eternamente accadente. Il tempo circolare trova la continuità dell’uomo all’uomo e al mondo, nel senso che perpetua nello spazio d’amore fra identità e alterità, perché il molteplice sensibile della totalità stringa in un abbraccio unitario del vivere. Il tempo circolare è un tempo ritornante, che lega ogni passo della vita. È il passaggio ontico dalla libertà d’immaginazione all’immaginazione di libertà.

 

Nel perdersi e ritrovarsi del rapimento e della creazione, dalla dimensione di finitudine, dal thanatos del frammento, l’artista solleva l’eros della relazione fra le cose, la continuità di senso, l’infinità unitaria della molteplicità dell’essere, che nella meraviglia è conosciuto eternamente da se stesso. (prof.ssa Fulvia Minetti)

 

Video: https://youtu.be/KUW_FqejnVA

 


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