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Il fatto, il pensiero e la consapevolezza (I Parte)

di Giusy Sturiale
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Pubblicato il 12/09/2014 23:52:58

  • E adesso ti chiedo di farmi parlare senza interrompere, ho poco tempo e in questo tempo ho bisogno di dirti tutto ciò che mi fa stare male e che dipende da te.

  • Ti ascolto, non interromperò il tuo parlare.

  • Sei stata sempre inquieta, ed io ho pazientato sperando che tu potessi calmare le tue inquietudini. Ricordi quel giorno in cui andai a quel Santuario, ebbene lì, di fronte all'immagine della Madonna sentii pace dentro il mio cuore. E tornando a casa tu mi dicesti d'aver incontrato quell'uomo che tante volte avevi respinto e poi accettato. Finalmente ti eri messa la testa a posto decidendo di riprenderlo con te, hai lottato con unghie e denti per strapparlo a quell'altra donna di poco conto e quando tu e lui vi siete sposati ho gioito, finalmente, la Madonna mi aveva fatto la Grazia. Avevi la tua casa, lo stipendio di tuo marito, poi sono venuti i figli, avevi tutto insomma, ti permettevi perfino di spendere i soldi per la donna delle pulizie, uscivi ed entravi dai negozi senza problemi. Che te ne facevi di un lavoro tutto tuo, avevi già tutto e questa era la tua felicità. E poi, poi che cosa è l'innamoramento, tutto passa e ciò che resta è il sentimento di ciò che si ha insieme. Hai sempre inseguito fantasmi, quando l'unica realtà giusta era la tua famiglia. Ora l'hai spezzata. E quale altra prova d'amore tuo marito poteva darti aspettandoti ogni volta, tutte le volte che decidevi di riprendertelo, per farti comprendere che questo è amore. L'hai gettato via ancora una volta, e hai gettato via ai tuoi figli il padre. Che male hanno fatto loro, per essere stati privati della famiglia. I sogni, l'amore sono tutti libri, ma i libri non sono la vita, e la vita è fatta di figli, marito, e la casa a cui badare. Adesso invece che madre sei, stai tutta la settimana a badare ai bambini, ti trovo sempre a casa quando ti cerco e poi il fine settimana ti trasformi. Stai fuori due giorni e non mi dici con chi vai e dove vai, e non m'interessa saperlo sai, basterebbe che riflettessi un attimo per ricomporre la giusta famiglia. Come non ti vergogni a guardare i tuoi figli, e quando ritorni da loro con che occhi li puoi osservare. Loro soffrono, sai, non è vero che sono sereni, soffrono e tanto. Non ti comprendo come donna, dovresti ritornare sui tuoi passi e riconoscere che le tue inquietudini sono solo infantili, che le cose che cerchi non esistono. Pensa ai bambini e a tuo marito e ricomponi con giudizio ciò che hai distrutto per incoscienza. E adesso non aggiungo altro, avrei ancora da dire ma ho preso già tutto il mio tempo.

  • Va bene, posso solo dirti che...

  • Non sento, non ti sento bene.

  • Voglio solo dirti che se volessi condividere il mio presente...

  • Non ti sento bene, scusa, ho la televisione accesa.

  • Sì, allora spegni il televisore, prima eri tu a parlare e non ti dava fastidio, adesso che parlo io certo che non riesci a sentirmi. Comunque volevo dirti che se vuoi condividere il mio presente, il mio adesso non ho problemi a raccontarmi come facevamo una volta, e se invece non vuoi posso solo ascoltare la tua sofferenza e nient'altro.

  • Buonanotte

  • Sì, buonanotte.

 

 

 

 

 

Pensiero e Consapevolezza

 

 

 

P- Hai ascoltato mezz'ora di monologo fatto di sole accuse, però forse aveva ragione a dirti quelle cose. Hai fatto e disfatto e potresti rifare partendo da dove hai interrotto.

C- Ho ascoltato mezz'ora il suo monologo e ciò che lei è stata, le scelte che ha compiuto, il suo passato, le sue mancanze e i suoi vuoti, la sua carenza, la sua assenza, i divieti, la storia, le imposizioni, il giudizio, il pregiudizio tutto, tutto ha messo dentro, c'era tutta se stessa e niente di me.

P – Certo, ma sei pur sempre tu ad aver scelto.

C – Ho vissuto credendo che si potesse fare a meno di sentire, e che il sentire non fosse ciò che il mio istinto mi suggeriva. Non accettare porta a non condividere ed io non posso fare niente di fonte a questo. Mi dispiace per chi ha poca fiducia nell'altrui credere, e se poi le cose non vanno come si ritiene possano andare, di certo nessuno può darsi colpa, sarebbe semplice e stupido dire: te l'avevo detto! Oggi invece mi sento di dire che le decisioni si prendono sempre con coraggio, e amare e perdere con profondo dolore e dignità è il senso della vita. Perdere non vuol dire sbagliare per poi dirsi te lo potevi risparmiare. La strada che decidiamo di percorrere non si risparmia, la si percorre, giustamente e fino in fondo qualunque cosa accada. E non ci sono strade più giuste o più sbagliate di altre. Ci sono solo strade. Ascoltarle e viverle quando ci sembrano quelle del momento, è l'unica cosa giusta che possiamo fare. Nessuno può intraprendere una strada sapendo a priori come andrà a finire.

Non esiste colpa quando alle scelte seguono solo conseguenze. E non esiste vergogna quando si prende in mano la propria vita con coraggio e senza menzogne. E quella buonanotte così secca e senza possibilità di replica è una condanna di chi mente a se stesso verso chi è sincero.

 


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