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’The Night Train’ - ... l’incognita dell’ora

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 22/09/2015 02:34:56

The Night Train (l’incognita dell’ora).

 

George ti ricordi di Brian? Chiede Ann mentre alla guida dell’auto sfreccia nella notte accompagnandomi alla stazione dei treni. Si, certo. Pensa, è stato trovato ucciso, lo sapevi? No, da chi? Non si è ancora saputo. Peccato, un bravo attore da quel che si diceva in giro. Io non credo si tratti davvero di un omicidio, non ne sono affatto convinta. Brian mi ha sempre detto che l’avrebbe fatta finita il giorno in cui non avesse provato più nessun sentimento nei confronti di qualcuno. Di solito chi si suicida lascia qualcosa di scritto. Che io sappia Brian non ha lasciato alcun biglietto, e dire che era uno che andava sempre a fondo nelle cose. Più a fondo di così! La verità è che non riesco a farmene una ragione. A proposito dovremmo ormai esserci vicini. Vicini a cosa? Ma George dov’altro se non alla stazione, si da il caso che devi prendere un treno! Esclama, nel preciso momento in cui ferma l’auto davanti a uno stabile che sembra la facciata di un municipio.

Eccoti giunto a destinazione. Ann ti prego dimmi che è uno scherzo che non intendi sposarmi davvero? Non illuderti George, non basta una sana scopata ogni tanto perché qualcuno ti chieda di sposarti, ci vuole ben altro. Meglio non approfondire, mi dico. No aspetta, un bacio, addio George! Addio? Il tempo di rivolgerle la domanda che l’auto riparte. In breve Ann mi ha appena scaricato con il mio bagaglio d’orgoglio, con la mia mascolinità avvizzita, della quale mi è sembrato non sapesse cosa farsene. Mi guardo intorno perplesso in cerca di un orologio che non c’è. Che ore saranno, mi chiedo. Non credo di aver mai visto prima d’ora una stazione ferroviaria senza un orologio. Il mio, quello da polso, è fermo a causa della pila scarica. Poiché l’orario dei treni è impostato sulle coincidenze, è per me indispensabile sapere se sono in orario, o almeno a che ora è previsto che passi.

Suono ripetutamente il campanello di chiamata, senza che nessuno arrivi. Per favore, c’è qualcuno qui? Cosa c’è, perché di tanto suonare non sono mica sordo? Beh, non vedendo nessuno, ho pensato ... Ero occupato in una necessità corporea. A lei non capita mai? Aspetti di avere gli anni che ho io, poi se ne accorgerà. Ha mai fatto un controllo della prostata? Beh, lo faccia, poi ne riparliamo. Mi scusi, volevo solo un’informazione. Ci mancherebbe altro, vista l’ora. Perché, che ora è. È notte, non se n’è accorto? Dovrei prendere un treno per Londra. Spiacente non c’è alcun treno. In questa stazione i treni per la capitale non si fermano, passano e basta. A meno che lei non intenda prenderlo in corsa? Scherza, non ci penso nemmeno. Tanto non glielo lascerei prendere dice, mostrando una pistola che punta nella mia direzione. Per favore metta via quell’arma, non vorrà mica farmi paura? Guardi che è carica. Vede, basta ch’io prema il grilletto e bum, la stendo freddo sul pavimento.

Per carità non complichiamoci la vita ulteriormente che è già complicata così com’è. A chi lo dice, se sapesse cosa mi è capitato. Cosa? Oh, non oso dirglielo. Era più o meno quest’ora, proprio qui, nella toilette della stazione. Drogati? Peggio! Ho assistito a un omicidio. Davvero, e quando? Circa un mese fa. Un uomo distinto, più o meno della sua età, prima ha chiesto un’informazione di un treno per Londra, proprio come lei, poi ha voluto che gli indicassi la toilette che è la in fondo. Lei per caso deve andare alla toilette? No, grazie. Beh, semmai vi andrà dopo. Io, veramente, vorrei sapere a che ora passa il prossimo ... È caro mio, non è detto che il prossimo passi di qua, nessuno è in grado di prevedere il futuro. Figurarsi se io... ma non lo pensi neppure, come le ho già detto devo assolutamente essere in città domattina e so che c’è un treno ...

È stato soppresso. Non mi dica, da quando? Da sempre. Da qui passa un solo treno durante la notte, tutte le notti, che per questo ho chiamato “the night train”, e fa un’unica fermata a Brentwood, in coincidenza con quello diretto a Londra. Ma non ricordo se è già passato o se deve ancora passare, capirà con i problemi che mi da la prostata sono costretto ad assentarmi spesso. Ma lei può aspettarlo nella sala d’attesa, tanto non c’è nient’altro da fare, se è già passato, pazienza se ne farà una ragione, e se non è ancora passato può sempre sperare che passi, prima o poi. Posso sapere almeno che ore sono? Spiacente l’orologio della stazione è in riparazione. Lei non ha un orologio da polso, che so, da taschino? No, avevo quello del mio povero papà, ma quando si è rotto non c’è stato verso di poterlo aggiustare. Prenda pure posto sulla panca la raggiungo subito, devo prima tornare alla toilette, lei mi capisce. Faccia pure con comodo, a quanto pare non c’è fretta.

Dopo qualche minuto è di ritorno. Come le dicevo poco fa un uomo distinto, più o meno della sua età, prima ha chiesto un’informazione su un treno per Londra, proprio come lei, poi ha voluto che gli indicassi la toilette che è la in fondo. È certo di non dover andare alla toilette? No, grazie. Vorrà dire che vi andrà dopo. Quando a un certo punto, mi sono reso conto di non averlo più visto uscire. E dire che quella volta il convoglio era passato in orario. Volevo che lo sapesse, volevo dirgli di persona che aveva appena perso “the night train”, il primo e l’ultimo treno della notte. Sono sceso per la scala e quando ho aperto la porta l’ho visto in terra, rovesciato in una pozza di sangue. Aveva ancora la pistola in pugno, con la quale si era fatto saltare le cervella. Fatto curioso non mi è sembrato l’uomo che poco prima era andato alla toilette. Questo era più giovane, certamente molto più giovane di lei. Sembra si chiamasse Brian.

Ha detto Brian? Mi scusi, Brian come? Oh adesso non ricordo, ma che fa, alla fine un Brian vale l’altro. Ovviamente ho chiamato subito la Polizia, perché quell’uomo, quello che era andato alla toilette, poteva ancora trovarsi li dentro. Fatto è che la Polizia non ha creduto alla messinscena del suicidio. Di certo era stato quell’uomo a ucciderlo. Quell’uomo chi? Ma quello che mi ha chiesto di andare alla toilette. E lo hanno preso? Macché, non è stato trovato nessuno nella toilette, né nel deposito bagagli della stazione, né altrove. Perché c’è un deposito bagagli in questa stazione. Certo che non c’è. Qui non si deposita niente di niente, e non mi chieda di tenergli la sua borsa neppure per un attimo. Anche volessi non potrei tenergliela, neppure se adesso mi dicesse di voler andare alla toilette. Lo dice il regolamento. Tranquillo, non glielo chiedo, almeno posso poggiarla qui sopra? Si, ma non me la lasci lì se decide di andare alla toilette. Lei non sa cosa mi è capitato a proposito del bagaglio, ci sarebbe da scrivere un libro.

Non è quello di cui mi occupo. Dunque lei non è uno scrittore e nemmeno un giornalista? Pensi che l’avevo scambiata per uno di quelli, sa? E no, non glielo direi mica a un giornalista quello che è successo al deposito bagagli, è capace di sbattermi in prima pagina con tanto di nome e cognome. No, no, se permette ne vale la mia reputazione. Le prometto che la sua reputazione non sarà affatto compromessa. Mi da la sua parola? Certamente, mi dia la mano. D’accordo, allora le racconto che cosa è successo dopo. Quell’uomo... Quale? Quello che doveva andare alla toilette mi chiese di tenergli la borsa che poi sarebbe tornato a prenderla. Detto tra noi mi ha dato una lauta mancia, venti sterline. Ho capito bene, ha detto venti ster-li-ne?, davvero una bella cifra per tenergli una borsa che poi non è tornato a prendere. Chi glielo ha detto? Lei lo ha detto. No, pensavo, perché la Polizia non arriva a tanto. Ma che dice, la Polizia? E lei non gli ha detto della borsa? Non avrei potuto. Perché, si spieghi.

Vede, è una questione di privacy, lo dice il regolamento delle ferrovie: “È consentito restituire il bagaglio in deposito solo in presenza del corrispettivo scontrino rilasciato dall’ente depositario”. Quindi? La Polizia non poteva richiedere il suo bagaglio, perché non aveva il corrispettivo scontrino, come avrebbe potuto? Perché no? Ma perché io non glielo avevo ancora rilasciato lo scontrino, le pare? Anche perché quell’uomo poteva tornare a riprenderselo, lei comprende, per venti sterline dovrei tenerlo in deposito almeno per i prossimi tre anni. Così, andando a curiosare nella borsa ho trovato qualcosa che di certo non m’aspettavo di trovare, la pistola che le ho appena mostrato. Quella pistola? Si, quella. C’è però una cosa che ancora non riesco a mettere bene a fuoco. Beh, trattandosi di una pistola, è comprensibile se non si ha una qualche dimestichezza con le armi. Non è questo, si tratta di un rompicapo che ancora non so disbrigare. Mi dica.

Ecco, se l’uomo ha lasciato in deposito la borsa con la pistola, come ha potuto uccidere l’altro, quel Brian, e poi mettergli la pistola in mano da farlo sembrare un suicidio? Non la seguo. Mi comprenda, a quell’ora tarda della notte, potevo essere andato alla toilette mentre l’uomo usciva senza essere visto. Forse ne aveva due. Di cosa? Di pistole. Potrebbe averle consegnato la borsa con la pistola tornando dalla toilette e non prima di andarvi. Già, perché chiedermelo allora? Cosa? Dove si trova la toilette? Io non gliel’ho ancora chiesto. Fatto è che non l’ha visto uscire, quindi? È ovvio, se non può dire di averlo visto uscire, non può dire che sia stato lui ad uccidere quel Brian. Certo, è ovvio. Lei è certo che non fosse l’uomo trovato nella toilette ad averle consegnato la borsa con la pistola? Quel Brian? Perché no? Se ha registrato il deposito può risalire facilmente al suo nome, non le pare? Non l’ho fatto. Per via delle venti sterline? Nient’affatto, ma come si permette? Mi scusi non intendevo offenderla.

Le ho appena detto ch’era notte fonda quando quell’uomo mi ha chiesto dove fosse la toilette. Ho pensato a una qualche urgenza, e che avrei potuto dirglielo quando sarebbe tornato dalla toilette, dopo aver ... Non c’è bisogno di entrare in particolari, la comprendo benissimo. Scusi, ma non dirgli cosa? Ma che in questa stazione non c’è un deposito bagagli! Perciò, non avendolo visto tornare ho pensato di andarlo a sollecitare, anche perché il treno sarebbe dovuto arrivare di li a poco. A che ora? Saranno state le ventitré e trenta in punto o forse un quarto alla mezzanotte. È quella l’ora in cui di solito passa il treno? All’incirca. Adesso che ore sono? Non ne ho la più pallida idea, ma ormai dovrebbe essere qui. Allora sarà bene che raggiunga il binario, altrimenti rischio di perderlo. Lei per caso non deve andare alla toilette, magari solo per dare una sbirciatina? No, comunque grazie per l’interessamento. Beh, deve scusarmi, se io devo tornarvi di nuovo. Non c’è di che, le pare. Brentwood, si ricordi, deve scendere e prendere la coincidenza per Londra. Buonanotte!

Buonanotte, ripeto. Fuori s’è alzata la nebbia. Seguendo il mio innato senso d’orientamento mi posiziono sul primo binario, direzione Ovest. Sono appena arrivato che già sento uno sferragliare metallico, quando il mostro d’acciaio quasi mi spaventa sbucando improvviso fendendo la nebbia. Giusto in tempo! - esclamo, mentre il portello si apre proprio davanti a me. Il vagone è avvolto nella penombra. La luce di servizio del corridoio illumina appena i diversi scomparti. Entro nel primo che mi capita, a caso, senza scegliere. È vuoto, mi siedo in direzione di corsa sul sedile di velluto rosso. Poso accanto a me la borsa che ormai pesa da morire. Devo essere davvero molto stanco se accuso il peso della mia borsa, mi dico. Dopo qualche istante sono preso da un colpo di sonno. Non sapendo se “the night train” ferma definitivamente a Brentwood o prosegue, mi dico che forse è meglio se resto sveglio, in modo da non correre il rischio di perdere la coincidenza.

Il biglietto? Apro la borsa in cerca del biglietto, quando avverto qualcosa di metallico sul fondo. Oh, My Good! Ma è la pistola, quella pistola! Quel losco esemplare di mentecatto quindi me l’ha tirata, alla fine se n’è liberato. Altro che prostata! Accidenti, impreco, con tutto quel chiacchierare quell’uomo mi ha confuso le idee e al dunque ho dimenticato di chiedergli il biglietto. E comunque è bene che prepari il denaro necessario per acquistarlo all’arrivo del Controllore. Inutile dire che del Controllore non si è vista neppure l’ombra. Quando invece entra un individuo magro con gli occhiali, vestito di nero e prende posto sul sedile di fronte al mio, tenendo in grembo una grossa zucca color arancio con la faccia intagliata che ride. Dice di essere diretto a Brentwood per la festa di Halloween.

Incredibile, dice di chiamarsi Brian, e ride, ride forte, ripetutamente, mostrandomi tutti i suoi denti. È spaventoso, la somiglianza con l’altro Brian m’inquieta. Giura che non sei morto? No, ma sto andando alla festa dei morti, dice ridendo ancora più forte. Ah ah ah! Non è buffo? Che cosa? Che mi viene da ridere intendo. Provo un brivido dietro la schiena. Vedendo che io non rido, si quieta, pur sempre tenendo in mano quella zucca che continua a ridere imperterrita. Mi scusi, posso chiederle dove sta andando? - dice. No sa perché, ha l’aria di chi stia fuggendo da qualcuno. La domanda è causa del riaffacciarsi in me di un dubbio rimosso. Non è una fuga la tua, vero George? Direi di no, avevo risposto poco prima ad Ann che distrattamente me lo aveva chiesto. Su lo ammetta, una fuga attraverso la notte o magari dentro la notte, chi può dirlo? Forse si, lo è, mi dico anche se non voglio ammetterlo, che stia fuggendo da me stesso?

C’è sempre una colpa da cui dover fuggire, mi dico. Sebbene, vista da un altro punto di vista un'affermazione siffatta potrebbe dare adito a una qualche oscura ragione, per cui intraprendere una fuga sarebbe più che mai legittimo. Ah ah ah, che buffo! - esclama ancora Brian. Ah ah ah, gli fa eco sfacciatamente la zucca, con la sua boccaccia aperta color rosso sangue. Sono percorso da un brivido! Non so come, lo sparo parte spontaneo, impulsivo. Bam, centrato! Brian cade riverso nell’angusto spazio dello scompartimento, e finalmente m’impossesso di quella volgare zucca e con avidità la sbrano.

Categorico mi giunge all’orecchio l’annuncio del Capostazione: Brentwood!!!!!!


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