Pubblicato il 22/11/2015 09:16:42
Mi alzo come scivolando una carezza al tepore delle lenzuola. Cauta tasto il pavimento. In un quasi inchiostro di silenzio porto la mia ombra con l’ombra del mio gatto che mi segue. Non ha bisogno d’altro in questo momento lo sguardo che si dirige al vetro e apre. Il freddo mattutino monta a neve. Le case sanno di presepe così incastonate sulle sagoma scura dei colli; ancora hanno pochi occhi aperti fra lampioni di stelle che invece fra poco saranno spenti. Ai loro piedi la strada pare un fiume tranquillo, sfuma luce amorfa e indifferente mentre scorre con qualche lume che va sulla sua rotta. Guardo. E non m’importa dei brividi che mi prendono, perché i più forti provengono da dentro … dalla paura del giorno che d’ansia perviene e lascia tracce di sé al passato.
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