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La prima volta

di Giacomo Coniglione
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Pubblicato il 03/05/2009 12:36:50

Iniziò palpando con voluttà il golgota del suo seno. Poi continuò cercando di eccitarla con la lingua, sì da rendere le mammelle turgide come due arance ( nei films porno accadeva sempre cosi!), ritornando più di una volta all’ areola destra.
Teresa lo guardava con aria quasi faceta perché meravigliata del suo savoir-faire. Solo un minuto prima le aveva rivelato la sua verginità. Devi guidarmi tu e dire cosa fare!
All’improvviso si fermò di scatto e perse la indomabile erezione. Che succede?
Ora era lei che bagnava con le sue labbra umide e col suo sudore tutto il corpo del giovane.
Prevenendo e fermando sul nascere ogni sua mossa, la penetrò con rabbia e con una parvenza di disgusto. Contemporaneamente premeva le sue mani a quelle morbide di lei e cominciò a riempirla di baci lungo il collo.

Teresa era una ragazza facile che si faceva amare non per la sua femminilità quanto per la sua disinibizione. Non era per nulla fascinosa. Anzi, a scuola la chiamavano la vacca svizzera.
Tutti i ragazzini del quartiere avevano legato i primi brufoli al suo corpo, al suo dinoccolare profano.
Aveva solo tredici anni. Ma profumava già di donna.

Quel pomeriggio di quattordici anni fa Francesco lo ricordava anche per l’odore di mosto che si sprigionava nell’ aria. Aveva dodici anni, era il più piccolo del codazzo di ragazzi che ogni pomeriggio, dopo la nona, si incontrava per giocare a nascondino nella zona della Vanella. Prima non era permesso uscire: benché fosse già passato il tempo innocente delle favole, c’era l’abitudine e soprattutto l’ordine di non uscire prima delle tre per non infastidire la pennichella degli adulti e per non incappare nelle grinfie della mamma nona, una vecchia che nell’ora proibitiva del primo pomeriggio catturava tutti i bimbi che erano fuori con quel caldo infernale. Giocare a nascondino lo elettrizzava perché conosceva ogni recondito pertugio. Inoltre stare coi ragazzi più grandi rappresentava un grande spasso anche se solo lui poteva vantare la protezione del leader.

Carmelo aveva quattro anni in più e per Francesco avvertiva quella stessa protezione e tenerezza che si prova per un fratello più piccolo. Quel pomeriggio seguì Carmelo. Voleva nascondersi come al solito coi ragazzi grandi. Ma gli fu impedito. Stentava a capire. Il perché lo avrebbe scoperto solo dopo un’ora quando, ad uno ad uno, i grandi uscirono dal nascondiglio, eccetto la ragazza
.
Entrando in quel dammusu abbandonato scorse in un angolo buio vicino ad un vecchio carretto Teresa ancora nuda, vezzosamente avvolta in una vecchia coperta lavorata all’uncinetto. Ecco spiegato il motivo dell’interdizione a quella casa abbandonata trasformata in un porto di piacere.
Lei lo fissò con languore e con la mano lo invitò ad avvicinarsi.

Non bisogna avere paura! E così quando gli disse se voleva provare a fare all’amore, Francesco si liberò in un batter d’ali dei vestiti che trattenevano a stento l’esplodere di una polluzione e in un attimo si scoprì uomo.


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