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Cuore di scarpa

di Nilla Licciardo
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Pubblicato il 22/10/2019 12:12:51

CUORE DI SCARPA

 

Osservando l’imponente guardaroba a quattro stagioni che occupava tutta la parete della stanza, nessuno avrebbe potuto sospettare che l’anta bassa verso la finestra fosse interamente occupata da una scarpiera. Aprendola ci si affacciava su un’intera collezione di scarpe da uomo, in prevalenza in stile inglese, disposte in bell’ordine e raggruppate per colore sulle bacchettine di metallo plastificato. 

La luce del giorno iniziava ad affievolirsi e le ombre dei fanali della strada, attraverso le tende, ricamavano sulle pareti strane sfumature.  Qualcuno aprì lo sportello e ripose un paio di scarpe color cuoio sul ripiano più alto, accanto a un altro paio di vernice nera.

Le due paia di scarpe si osservavano in silenzio, nella penombra dell’armadio.

«Bentornato Indiana Jones!» esordì la scarpa nera con un sorrisetto ironico.

«Salve, damerino! - rispose la scarpa color cuoio - Siamo un po’ acidi stasera?»

«Non gli badare - si intromise un mocassino di vitello blu con le nappine, dal ripiano di sotto - lo sai che è invidioso! Avrebbe voluto uscire lui stasera al posto tuo!»

«Ma cosa dici, nappetta, non sono invidioso di nessuno! Un modello derby esclusivo come il mio non si abbassa a tanto! Io sono superiore a tutti voi, qua dentro! Sono fatto coi migliori pellami in circolazione e la mia è una lavorazione raffinatissima! Arrivo direttamente da Londra, non dimenticartelo!»

«E intanto stasera sei rimasto a fare i funghi nell’armadio!» infierì il mocassino.

«Smettila bamboletta! Sono uscito ieri e sai bene che lui non ama indossare due volte di seguito la stessa scarpa! Io resto comunque la sua preferita, tienilo bene a mente!»

«Sì, va bene, principe di Galles...eh, quante arie! Ma allora, biondo, cosa ci racconti, com’è andata la serata? Qualche incontro interessante?»

La scarpa color cuoio respirò a fondo, allentandosi un po’ le stringhe.

«Direi proprio di sì… forse la più bella serata della mia vita! Un sacco di gente, uomini, donne, tutti seduti in cerchio: era facile osservarsi le scarpe a vicenda. Sentivo tanti occhi poggiati su di me. Poi hanno fatto un gioco e si sono seduti uno di fronte all’altro: con qualche scarpa ci siamo anche sfiorati, ma non sempre ne è valsa la pena. Poi, non ci crederete, a un certo punto è riuscito a farsi notare proprio grazie a me… gli hanno fatto un sacco di complimenti… gli hanno fatto intendere che apprezzano il suo stile, hanno perfino iniziato a fotografarmi. Mio Dio che emozione! Ero un po’ imbarazzato, comunque è stato magnifico!»

«Ma allora vuoi proprio farci morire di invidia, biondo, - aggiunse un modello inglese in pelle scamosciata tinta antracite - a me non è mai capitato nulla del genere! Come mai tanto successo?»

«Secondo me è stato un puro caso, poteva capitare a chiunque di noi» commentò uno stivaletto in stile country.

«Il clamore non è per forza successo, - chiosò la scarpa inglese di pelle nera – la volgarità spesso dà nell’occhio, ma il successo è un’altra cosa… il successo sono gli occhi di una donna che si posano su di te e ti osservano ammirati senza dire nulla… lo stile è discrezione.»

«Senti, senti, la mia non è volgarità, bello, è personalità! Ma poi cosa vorresti insinuare, che lui è un uomo volgare? Stai attento, sono gli stessi piedi che calzano anche te!»

«Non voglio dire che lui sia un tipo volgare, anzi, ma devi riconoscere che a volte ama strafare... e stasera era una di quelle volte. Avete visto la tinta dei calzoni che indossava?»

«Tu sei fissato collo stile classico, principino di Galles! – lo assalì la scarpa scamosciata - Lui può permettersi questo e altro, nel suo look nulla è lasciato al caso: ogni particolare, ogni dettaglio del suo abbigliamento è studiato con attenzione…»

«… e ad ogni mise sa adattare la scarpa giusta! -  aggiunse il mocassino con sussiego - Ad esempio quando indossa me adotta uno stile casual-chic, sportivo ma con classe.»

«Stasera infatti aveva optato per uno stile country inglese, - puntualizzò la scarpa color cuoio – e la tinta dei calzoni si adattava magnificamente a quella della camicia; il giubbotto di pelle faceva invece pendant perfetto con la mia tinta…»

«Ah, ah! Non vantarti troppo della tua tinta, biondo – commentò velenosa la scarpa nera - non sei che un volgare travestito! Sappiamo tutti qual era il tuo colore originario, e che lui ti ha fatto riverniciare…che vergogna! Io mi sarei sentito umiliato!»

«Cos’è questa storia? Io non so niente… perché, di che colore era?» s’informò lo stivaletto.

«Ah, giusto, tu sei arrivato dopo! Devi sapere che il nostro Indiana Jones…»

«Lascia stare, vipera, glielo racconto io… Effettivamente non ero di questo colore quand’ero sullo scaffale del negozio: ero di una tinta non comune, che richiede una forte personalità per essere indossata… ero verde oliva.»

«Ma va, non l’avrei mai detto!» concluse stupito lo stivaletto.

«Confesso che ero da parecchio tempo su quello scaffale: qualcuno entrava, mi prendeva in mano e mi rigirava con curiosità ammirando la mia fattura, la mia tinta originale, la perfezione dei miei particolari… ma nessuno aveva il coraggio nemmeno di provarmi. Già mi stavo scoraggiando quando un giorno si è fermato lui ad osservarmi al di là della vetrina, con uno sguardo deciso, affascinato. Mi sono sentito sciogliere dall’emozione. “Eccolo, ci siamo, - mi sono detto - è lui il mio padrone ideale, ha la sicurezza, l’eleganza giusta per indossarmi, per valorizzarmi”. Sudavo da tutti i pori, pregavo che entrasse e mi provasse, e alla fine le mie preghiere sono state esaudite!»

«Peccato che dopo due giorni ti abbia cambiato i connotati!» rincarò la scarpa inglese.

«Spiritoso! Se fosse stato per lui non l’avrebbe fatto, cosa credi? Voleva abbinarmi con un pullover in lana shetland che ha nel cassetto. È stata lei a metterlo in crisi: gli ha detto che col nuovo giubbotto di pelle sarebbe stata meglio un’altra scarpa. L’ha criticato, l’ha accusato di essere un eccentrico, un capriccioso … e alla fine lui si è convinto a cambiarmi di colore per abbinarmi al famoso giubbotto»

«Ah, le donne! - sospirò la scarpa scamosciata – croce e delizia del nostro padrone…»

«Eh, sì, … però la sua ultima fiamma è una donna di gran classe… - replicò la scarpa inglese - avete notato che decolletè eleganti, che polacchini affusolati certe sere vengono ospitate sullo scaffale accanto al mio? Non a caso in quelle sere sono sempre io ad assistere alla conquista…  e mentre loro sono impegnati nei loro tête-à-tête in soggiorno, io e quelle belle scarpine, qua dentro l’armadio, ce la intendiamo a perfezione…!»

«E certo, vuoi vedere adesso che è tutto merito tuo? Saresti tu la sua migliore arma di seduzione, adesso? Sei proprio la presunzione scarpificata!» sbuffò la scarpa color cuoio.

«Voglio solo dire che lo stile della scarpa che indossa influenza il tipo di donna che è attratta da lui… vi sembra una considerazione tanto assurda?»

«In effetti non è sbagliato, – confermò il mocassino – perché se consideriamo che io vengo per lo più indossato di giorno, mi capita spesso di accompagnarmi con scarpe da donna sportive, dal tacco basso.»

«Io sono invece una scarpa invernale e mi trovo a passeggiare insieme a stivali da donna anche molto eleganti, col tacco alto, - considerò la scarpa color antracite. – Ognuno di noi può dire la sua. Però qui c’è qualcuno che sta sempre zitto. Ehi tu, sportivone, non hai nulla da aggiungere? Com’è la tua scarpa da donna ideale?»

Si rivolse, storcendosi un po’, verso una sneaker bianca e celeste che se ne stava in silenzio in un angolo, sul ripiano più basso della scarpiera. Non veniva indossata da parecchie stagioni e se ne stava sempre sulle sue, senza dare confidenza a nessuno. Dopo qualche tentativo di approccio, le altre scarpe avevano finito per ignorarlo, giudicandolo un musone patologico.

«Non ho molto da dire, lo sapete, e le vostre chiacchiere stupide mi annoiano. Un tempo non ero così scontroso, avevo un altro carattere: ero un tipo solare e amavo stare all’aria aperta, correvo sui prati e nei parchi assieme a delle scarpe femminili fluorescenti. Lei era una donna spiritosa e frizzante, una ragazza acqua e sapone, e lui ne era innamorato, come io ero innamorato di quelle scarpe da running giallo sole. Poi qualcosa è successo, lei è sparita all’improvviso, senza un perché, e lui si è incupito, come me. Vedete anche voi che non esco mai e che qui non entrano più né sneaker né ballerine… anzi, mi sa che voi, che siete più giovani di me, non avete mai visto quel genere di scarpe, quel genere di donne… Cosa volete, lui ormai è cresciuto, ha cambiato stile, ha cambiato vita…»

«Ma se ha cambiato stile e vita, come dici tu, perché non si libera di te, dopo tanto tempo? Ne abbiamo viste, in questi anni, di scarpe mandate in pensione, infilate in quei brutti sacchi neri della spazzatura. Invece tu sei ancora qui, impolverato ma ancora qui. Vorrà pur dire qualcosa?» chiese la scarpa color cuoio.

«Chi lo sa, forse sì… Forse condividiamo una lontana nostalgia. Indietro non si torna, si sa, ma i bei ricordi non svaniscono, ce li teniamo stretti dentro al cuore… o dentro la scarpiera.»

 

11/11/2018


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