Mia madre è lì, appesa alle flebo della Rianimazione. E sta morendo una parte di me. Esco dall'ospedale. S’è fatta notte.
Vado alla macchina e metto in moto. Prima di uscire dalla città, scorgo una lucciola sul marciapiede. Le gambe sono slanciate sui trampoli e i glutei semicoperti da un miniabito. Freno e mi accosto. Arresto l'auto e abbasso il finestrino. La tipa si china, guarda nell’abitacolo e mi dice il costo della prestazione. La faccio salire in macchina. Sento che odora di qualcosa. Ho tanta voglia di possederla. Annusarla. Mettere il viso fra le sue cosce e leccarla. Ho il formicolio al ventre e un’erezione. Non riesco a rivolgerle la parola perché la voce mi trema.
Percorro 4/500 metri e intravedo un posto di blocco in fondo al rettilineo. Il cuore comincia a battere veloce, rimbomba nei timpani e nelle vene delle mani. Le guance e le orecchie mi si sono fatte bollenti. Passo davanti ai poliziotti fissando la carreggiata. Hanno fermato un’autoambulanza e nessuno mi ordina lo stop. Mi sento rincuorato.
Ma la tachicardia persiste. Cerco di chiedere qualcosa alla battona, che però sembra non dare attenzione a quello che balbetto ed è intenta a contare delle banconote che ha tirato fuori da una borsetta sulla quale è raffigurato un cuore fatto di brillantini. Infine riesco a chiederle il nome e mi risponde sorridendo. Anche io sorrido e le dico il mio.
Ma mi ricordo di mamma che è in coma e mi rendo conto che non sono ancora tornato a casa. Poi guardo sul lato passeggero: una straniera con gli occhi a mandorla e dei boccoli neri che le cadono sul viso mi sta indicando un posto dove mi dovrei appartare con lei. Allora costeggio il marciapiede, rallento e mi fermo. Mi piego verso destra e allungo il braccio per aprire lo sportello. Le chiedo il favore di scendere. La ragazza mi guarda preoccupata. Scende dalla macchina in silenzio, prende in mano il telefonino e comincia a digitare sul display.
Io metto la marcia e riparto. Arrivo a casa e mi sdraio sul letto. Resto vigile e penso che stavo per buttare dei soldi a puttane.
Non ho rimorsi però.
Fuori dall'ospedale ero agitato, ora invece mi sento sollevato.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Vincent Darlovsky, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.