OCCHI DI FANGO TRASPARENTE
Cruda sorte il vuoto di morte dentro un cielo
di croci soffocate senza voci.
Frulla, logora, consuma il calendario dei segni
sospesi sul lutto di uno spazio orfano di tempo.
Cristalli acidi colmano avidi l’aria affollata di fiati diversi,
vuoti i ricami di noia e i suoi falsi preti.
Madri sospese, figlie indifese, donne neanche offese,
regine nuove di malinconia, femmine senza sesso,
in abissi rubati da sguardi angolati sulla ruvida via.
Polvere di uomo, polvere da sparo, polvere di vento,
polvere di cenere in soffi di ieri, vuota sensazione
di un sistema ormai spento.
Lucido il bicchiere, aride bottiglie, compagne altere di
cristiana decenza o araba indecenza.
Dolore usato, naufragio dimenticato, lurida la sorte
se cristallizza il sale impazzito del ricordo.
Afona agonia soffoca utopia, fedele comodino
di anime e profili di ipotetico futuro.
Lacrime di pensieri coprono il soffitto di una
camera senza caritatis, tra residui corporei e odori mestruali
… per terra, solo macerie umane e avanzi quotidiani.
Sull’azzurro italiano ancora nuovi arcobaleni,
ospiti improvvisi di mendiche gocce a sublimare
l’ennesimo fango di una società senza lamento.
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