Dall’angolo della follia
Ornella che ballava
abbracciava, sai, l'aria
e così sorrideva al suo magnifico
compagno che galante e pur cortese
conduceva il suo passo
ormai imperfetto, al suono di un grammofono.
Ahi amor mio,
in uno scatto il tempo s’è fermato
e l’ho spiata, dall'angolo
della follia…
Scosto ora i trini delle tende bianche
e canto sottovoce una canzone
luce la sua finestra, lume d’oro
nel cerchio che si svela all’anulare.
M’invento veli sulle spalle; i fianchi
son giunchi verdi; le mani farfalle
In danza fresca d’estate col mare
che giunge ai suoni, di conchiglie, lievi.
E lei… l’Ornella che ballava, lei
aveva il volto pallido
di luna sola e del chicco di grano
che muore piano per donare un’Ave
alla grazia d’un pane benedetto.
nel solco di un sorriso tanto amato .
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