Pubblicato il 21/01/2010 00:17:04
àncora mia, ché tragica essenza ha questo viaggiare sconsolato per me che fuggo da sempre fuggo la paure dell’uomo andando via solcando a scia i mari dell’assenza milioni di mille lacrime salate. Ed altri alti mari eterna bonaccia bruciati in faccia da nudificato sole. A te io ritorno e cura chiedo per questo cuore inaridito il tuo perdono, mulso per l’aedo, dalla carne della tua bocca bevo. La tua dolce rosa di rorido muschio è il porto a lungo cercato.
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