Forse il silenzio,
Previo ‘l risuonar de l'anima
Nel fragor del concerto
Oscuro e vivo,
Meco striderà anzi assai
Giacché avvezzo son
Nel menar favelle
Vuote.
Silenzio,
Ove sei?
Squarcia la folgore il cielo
E le nubi di dio
Tuonano l'ambasciator
Di vita!
Ah, dolce ciangottare...
Sotto questa stilla eterna
E melliflua
Ascolto l'anima riecheggiar
Della stessa sostanza dell'universo.
Eppur questo orrore tanto
Grave e greve,
Gracido fra le mani della terra
Che si protendono ad ei,
Ottunde l'animo mio nell'esaltar
Tosto il profano sproloquiar.
Dacché il tacer altro
Non è che il roboar de l’anima,
Mia è la pretesa di trasalir
Al filisteo mondo
Di parol tracotanti!
Ahimè, io non son degno:
Al di là del silenzio
Altro non v’è che
Il tacer di dio.
Tratto dall'opera Dalla Palingenesi alla Poetica del Vuoto, o L'Ultimo Romantico ©Matteo Bona, LULU Edizioni Digitali.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Matteo Bona, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.