A mio padre
Ho annodato a ciottoli levigati
il fluire dei miei ricordi.
Forse era l’aurora cremisi
che si specchiava nei solchi
delle rare onde, forse la magia
del silenzio acuto del mattino.
Forse la quiete infinita
ed il confluire d’umane speranze
tipici d’ogni alba
in qualunque angolo del mondo.
Forse un po’ di tutto ciò
mischiato all’amore per la vita:
e noi in simbiotica armonia
su questi greti ci trovavamo,
padre,
ed era l’elogio dolce
delle nostre illusioni,
la genesi
delle nostre buone intenzioni.
Era la folgorante attesa
d’un alito di luce a farci muovere,
padre,
laddove ormai sono avanzate
poche manciate di rena
e l’acqua ha reso canute
persino le amiche conchiglie.
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