Quanta pena stasera..
c'é sur fiume che fiotta così
disgraziato chi sogna e chi spera
tutti ar monno dovemo soffri'
Si' c'é n'anima che cerca la pace
puo' trovalla sortanto che qui.
(dalla canzone romana “Barcarolo romano”)
Ninetta s’è de novo ‘nnammorata
Der barcarolo ha sentito la cantata
Ha pensazo che ‘sto Caronte bono
Le poteva traghettà nell’abbandono.
In ogni braccio stretta ‘na creatura
È sartata dar ponte pure si era dura.
Ma mai quanto a fà finta d’esse forte
Mentre nelle recchie ‘na voce urla:”Morte!”.
Dicheno “cori, ‘na donna s’è ammazzata”
Ma è morta de parto doppo ‘na mesata.
Sfornamo fiji da che er monno è tonno
Rimanemo senza latte e senza sonno
E comincia a sortì la strana idea
Che nun sei de fero, che nun sei ‘na ddea
Che manco sei capace a fà la mamma
E a capì come sortì fora da ‘sto dramma.
T’avrebbe dovuto ‘mparà Madre Natura
E ‘nceve t’aritrovi senza cura.
Sì, ce lo so che è stata ‘na cazzata
Penzà ch’era mejo annà a morì ammazzata
Ma lo è pure crede che sia ‘na passeggiata
Esse forte senza ‘na risata
Esse fero quando sei de cera
E la fiamma te consuma ‘nsino a sera.
Mò vado ar Tevere e c’è butto tre rose
Che er Cristo ve s’abbracci come spose.
Traduzione libera: Ninetta si è di nuovo innamorata/quando ha sentito del barcaiolo il canto/pensando che fosse un Caronte buono/che le poteva traghettare nell’abbandono./Con le figlie strette fra le braccia/è saltata dal ponte malgrado fosse duro/ma non tanto quanto far finta di essere forte/quando nella testa risuona la parola “Morte!”/Dicono: ”Correte una donna si è suicidata”/in realtà è morta di parto dopo una mesata./Partoriamo figli dall’inizio del mondo/perdiamo il latte e il sonno/e comincia la depressione/pensavamo di essere forti e capaci di tutto /e ci ritroviamo incapaci di fare le madri/senza via di uscita./Avremmo dovuto imparare dalla Natura/e non riusciamo, invece, a trovare qualcosa che ci curi./Lo so che è stato un errore fatale/credere fosse meglio suicidarsi/ma lo è pure essere convinti che una donna sia forte anche quando ha smesso d’essere felice/che sia resistente mentre, al contrario, il dolore la consuma./Ora andrò al Tevere a gettare tre rose/perché il Cristo le accolga come spose.
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