Ora è silente il mio telefonino
quel suo trillare ormai s’è addormentato
lei mi ripete quel che è stato è stato,
ed io mi sento un logoro zerbino.
Mi illudo a volte d’avvertir lo squillo
ma ormai anche la pila è scaricata
e provo dentro il cuor forte uno spillo
quando mi scrive e sembra ritornata
ma lei più non ascolta ed il mio strillo
è come un urlo d’anima dannata.
Salvatore Armano Santoro
(Boccheggiano 27.03.2020 – 00:55)
- Sonetto
Nella foto: Dipinto di Paolo e Francesca di Gustave Dorè