Le dieci e dieci, il tempo
dice di antenne volte a voler suo
portatore di maniacali scienze
l’allele dominante detta
segniche lingue.
La linea della vita guarda al cielo
ritta da entrambi i baffi -becchi
di cera stanno all’azzurrità come
dei canapini nei fuscelli
in cerca di una bacca che li appaghi,
sul lago pittano
la (in)finitezza di orologi
dalla memoria qui squagliata.
La replica da istanti rotti.
Uccise convenzioni, arridono
all’aldilà o all’apice
del qui et nunc, schianto divino,
macchiato d’erba e limo.
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