Quello che osserviamo
è un battello di sogni,
un veliero che ondeggia in un dolce fiume
recando una donna che gioca all’amore.
Nel culmine di primavera,
con l’incipiente estate,
una frenesia di risate
in un giardino lussureggiante.
Alle porte di ogni alba
vi sarà un gallo che frantumerà
il tappeto delle stelle
su rulli di vivacità.
Sei una bocca avida nascosta
sotto le nuvole delle tue palpebre
dispensiera di sogni nel silenzio,
collana spezzata dalle mie parole ribelli.
Sei la bocca del mio giaciglio,
selvaggia, creata per me,
bocca immemore d’ancestrali parole-
bocca già illuminata dai miraggi della neve.
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