Il ghiaccio in cima che nemmeno
uno stecco lo terrebbe su, figurarsi l’aria
calda che resta nell’ombra e soffia
sul fuoco, sbriciolando il gelo
con il riferimento ai passatempo.
Il ghiacciaio soffre l’afa come me e te e
precipita per via del mare.
Sa che lascia la stella per la clavelina,
lo stambecco per il tonno e trova
lo scandaglio dove portava il rampino.
Sa che nessuna rete di pentimenti
comuni lo farà riemergere fino lassù,
seppure, cotto a vapore, nevica.
In questo andirivieni di mutazioni
affrettate, c'è la posta in gioco.
Bussa più volte il clima; e alla domanda
chi è? risponde con la naturalezza
sgominata dagli uomini.
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