Lambiscimi con gesti di gioia,
una parola d’assedio d’infrante chimere,
una sillaba più vicina alla tua bocca-
mi promette aurore di miele
fluttuando perso nei capelli corvini
dedicandoti, in un sorriso di luna,
strofe d’acqua e di cielo.
Pensieri che non t’appartengono
si tradurranno in note di canto
e ti empiranno d’oro le mani canore.
Frattanto raggianti ruote di pietra
avvolgono il paesaggio rupestre,
raggi d’oro calpestano i campanili.
Tu scrivi margherite sull’erba dei campi.
Quando avvicino il cielo
con le mie mani per destarmi
nelle lame di luce diafana
i tuoi baci si appiccicheranno
come lumache alla mia schiena-
gireranno i calendari e sortiranno
nel mondo i giorni come foglie azzurre;
comparirai nel mio spazio, nel mio anello
ora solo verbo ed inferno.
Ti guarderai in una lacrima,
t’asciugherai gli occhi dove fui-
ora d’improvviso piove verde
ma il mio cielo s’è fatto roseo.
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