Con quanta avventatezza ho cosparso atomi di cera
inneschi edulcorati per percussioni senza meta.
Fuochi fatui da isolati a privi di cenere.
Di c'era una volta ne ho piene le vene.
Possano le foglie sospirare magnetiche una terra promessa.
Così simili a noi, nel loro transito terrestre.
La volta che cadde il cielo con le stelle ficcate a pressione.
E gli occhi si fecere ardenti per vedere.
Cieco dolore, qui c'è la cura giusta, nel loro interesse.
Mentre canti una canzone che ha la metà dei tuoi anni
e il tempo cola in gola come un vino pregiato.
Fuggire lontano dura solo pochi attimi.
Perdoniamoli all'istante.
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