Pubblicato il 28/02/2021 10:55:17
E' un'abitudine il cammino, un vizio sentire la ghiaia sotto i piedi, o le foglie lasciare orme e tracce e segni un tacco perso da una scarpa troppo cittadina -che non era previsto salire così in alto- e poi trovarli al ritorno. E poi è un'abitudine chiedere alle Madonne delle chiesette alpine, o alle edicolanti lungo il cammino se lassù c'è un luogo dove si stia bene,in pace un luogo dove lei non sia tormento. Non rispondono mai ma poi il sentiero si traccia di gigli giganteschi e varchi tra le piante che mostrano prati fioriti sotto un cielo bianco di luce non è lì il luogo, lì puoi fermarti un poco a riposare e lei non ti lascia mai. E' un'abitudine il suo non lasciarmi mai, il suo accostarmi il cammino sempre. E sempre è una parola tormentosa come un'abitudine al cammino verso un luogo che non c'è come se io fossi il suo luogo e lei il mio ma lei non c'è. E' qui come quei gigli ma già sfiorita altrove.
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