Pubblicato il 01/04/2021 22:56:11
Ho tre luoghi d’infanzia uno fino a otto, nove anni cintato da mura in pietra pieno di profumi di lago e dei suoi fiori di legna alla stufa e calore buono. Lì avevo sempre le mani sporche di terra o squame di pesce o inchiostro blu del calamaio tanto che al rientro me le facevano sempre lavare. Uno dai nove anni fino a quando non so quando finisce l’infanzia pieno di odori di benzina, pistoni oleati, grasso da catena e solventi. Lì avevo sempre le mani sporche d’olio e poi di rosso e blu d’inchiostro da stampa una volta anche la faccia quando ho aperto la pompa in pressione del blu tricromia, le mani, la faccia e il locale non se ne andava via lavando dalle pieghette della pelle. E poi c’è questo dove sto questo della terza infanzia qui il blu è sparito dalle pieghette della pelle ma da qui parto quando il cielo è blu su ciclabili rosse, verso gli altri due e oltre. Lo so che possono sembrare sempre gli stessi posti ma ogni volta mostrano nuove meraviglie.
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