Ti pensavo oggi, insieme alle grate azzurre dei burka
tornati a coprire gli sguardi delle donne di Herat
e ai sogni delle bambine afghane abbandonate,
quando e per quante volte ripetesti come la guerra
non sarebbe stata mai una vittoria. Sicché il tuo sguardo
e forse il tuo cuore infranto, dal ripetersi quasi coatto
della violenza che ripaga con la morte. Ma tu,
nelle grandi mani nodose, avevi la forza della vita e
nelle parole la semplicità della verità, quella che taglia
come un bisturi di diamante. Così facile da ignorare,
nel suo suono angelico: «non è per noi esseri umani.
Noi non siamo fatti così, siamo fatti per uccidere,»
rispondono