Auschwitz è nel nostro cuore.
Non dite 'non è così'. Lo è.
E' neve ghiaccia di sangue rappreso,
che attira al freddo fondo.
Auschwitz è il Padre Onnipotente,
la Ragion di Stato
garante di tutti i Padri Onnipotenti.
Auschwitz è togliere ai bambini la magia.
Auschwitz è il binario a senso unico dell'abitudine.
Auschwitz è il dovere di far soldi che sorpassa ogni legge,
anche lo stato naturale della felicità.
Auschwitz è l'ignoranza sovrana.
Auschwitz sono i deboli al governo.
Auschwitz è fondare un mondo sulla malattia
e tararlo a misura di chi è stato reso perdente.
Auschwitz è 'Freud ha capito tutto'.
Auschwitz è la madre e il padre della morale.
Auschwitz sono i giornali al servizio del potere.
Auschwitz è una società di randagi umani
che marciscono nelle retrovie o sotto i cupoloni.
Auschwitz è una società fondata sui ruoli,
con gli ordini professionali per salvaguardare le caste.
Auschwitz è la morte il più lontano possibile.
Auschwitz è credere che la luna
esista solo per luce riflessa.
Auschwitz è bollare come pazzi gli sciamani,
i visionari, i profeti.
Auschwitz è una società senza il senso del sacro,
dove io vinco se tu perdi
e dove abbattere un albero
è come fare uno starnuto.
Auschwitz è una società costruita sull'illusione dell'io
e del tempo.
Auschwitz è 'la conoscenza è proibita'
e 'se conosci sei fuori'.
Auschwitz è tutti gli ismi: razzismo, campanilismo, consumismo, familismo.
Auschwitz siamo noi diretti dall'ipnosi della società.
Per cui, spetta noi, ora, aprire quelle porte.
Risarcire.
Ora tocca a noi
imparare a celebrare,
a ridere, a lottare:
spezzare le catene
e camminare con le nostre ali.
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