Tecniche sopraffine d'inquinamento delle prove
i tuoi attacchi di panico.
Un sodalizio verboso della lama col manico
eppure a colpire fu l'anima.
Certi segni sugli alberi, maturi di nascita,
vogliono dire da quanto tempo sei vegeta.
Per non parlare dei rami che arrivano affondo
nell' alto dei cieli come preghiera ma tu sei foglia
che cade in piedi, ovunque il vento la porti.
Hai radici nel petto come forbici, nervi saldi d'atleta.
Da tenere a catena il grano bruno di foresta
sembrerebbe mietere a stento una messa in piega
o una messa in piedi al mio funerale, sulla bara
una ciocca dei tuoi capelli.
E gli occhi con cui mi chiedesti perdono
di essere così bella, dove li trovo nel mare in burrasca?
E' tutta una farsa, una democrazia recitativa.
Le onde conservano le prime parole di Cristo bambino.
La sabbia nello sforzo tenace di seguire le orme
finisce per cadere nella trappola di una clessidra vampira.
E tutto torna come prima.
Ma la tua bocca che parole dice?
Sussurrando di notte, piano, nel sonno.
Sono prigioniera del tempo ma a volte
lo percorro a ritroso, fino all'inizio di tutto.
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