Quando sarò morto,
smetteranno di cantar radio e lettori,
e gli artisti di strada faranno a gara nell'essere insonori.
Quando sarò morto,
i motori romberanno invano sulle vie extraurbane,
continuando ad appestar viole e cantine d'insalubrità malsane.
Quando sarò morto,
scenderà buio uniforme sui negozi e sui cantieri,
e in tv scialbe soubrettes continueranno ad affittar sederi.
Quando sarò morto,
cesserà il terrore di restar disoccupato,
non avendo tempo di preavviso scritto
per donarvi un ultimo commiato.
Quando sarò morto,
il destino dell'uomo non sarà smarcato dai dolori,
a meno che qualche ingegnere riesca a mettere le ali agli ascensori.
Quando sarò morto,
sarete morti tutti,
santi e puttane,
onesti e farabutti,
senza sperare che - inventando
mondi- vi sia un ritorno,
in questa vita, tanto irreale,
da essere film porno.
[Galata morente, 2010]
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