L'insaziabile voracità, vivace, dei tuoi occhi
mare calmo, tutto nodi,
è dibattersi d'usignolo caduto nell'infinità di una stufa, rovente,
nello sfrigolio delle sue ali,
nello sfrigolio dei tuoi ideali.
Non abbatterti, albero di bambù con mille rovi,
non abbattermi nel cigolar stridente delle tue seghe mentali,
nel cigolar stridente di dolori intercostali;
stranieri, tasso alcolico di nuvole,
irrigando sogni tappezzati di carrozzerie,
camminiamo, bendati, su righe ansiose di cocaina, dolore,
su fili astiosi, tesi ad asciugare il sole.
Non ti terrò la mano, nel calore,
non ti terrò la mano, nel cadere.
Mai.
[Mostri, 2009]
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