Pubblicato il 08/07/2024 16:24:22
Nelle soporifere notti del destino nel labirinto astruso dei contrastati desideri tra le insidie celate del web, solerte si annidava simile a un raffinato cacciatore, l'illusione di un amore platonico! Una perfida apparizione ingannevole. Nutriva l'anima di sorridenti sogni in gemme di speranze negli sbocci di quel malinconico autunno, sospesi tra le distorsioni delle immagini che pian piano che quel qualcuno tesseva nella trappola di vento, e l'irrazionalità delle parole che come navi da guerra partivano per colpire il cuore! Sul palcoscenico del social network, sbocciavano colorate emozioni come una interminabile fila indiana, come bei fiori di plastica in un giardino di cristallo, innaffiati dai veri sentimenti ma illuminati da luci artificiali che offuscavano la cruda verità, con le loro fragili illusioni! In quel oceano di false approvazioni e condivisioni, nasceva un connubio passionale dall'intensità di un fuoco di cerino, costruito su messaggi enigmatici e belle emoticon criptiche, che celavano l'intimità e la pura essenza di chi erano! Ma in breve quel sogno si tramutò in un crudo incubo! La maschera si scioglieva tra i battiti della tastiera al calore delle contraddizioni, e la verità si rivelava nelle espressioni più recondite dell'anima bugiarda, scavando ferite profonde nell'anima, tradendo la fiducia e l'innocenza! L'amore platonico si svelava per ciò che era e non era affatto! Un illusione in trappola, un inganno subdolo e malevolo, che privava l'anima e il cuore, lasciandolo solo annegare nel dolore e nel disincanto! E così la bellezza virtuale si dissolveva come vapore, come effimera illusione nell'abisso gelido della realtà, dove la verità risplendeva in tutta la sua verace intransigenza! E quell'amore platonico svaniva nel nulla, come un miraggio sbiadito all'alba, lasciando solo lacrime e orme di rimpianti. Sulla sabbia del luttuoso silenzio ai bordi del mare della tradigione, dove onde di lacrime continuavano a cancellare quei segni inobliabili in altre notti da raccontare, a quei tasti della artificiosa vita che come neofita confida come fede da coltivare per un pugno d'amore, nella caparbia continuava a scrivere nuove avventure alla smodata ricerca di un nuovo porto dove approdare, poiché l'alchimia dell'anima non svanisce nel tempo, come non svanisce neppure il tarlo del vizio. Laura Lapietra ©
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