Pubblicato il 05/08/2024 19:45:04
Sotto il celato drappo dell'essere incostante ove il chronos urge e fluisce incessante, si dispiega una danza di affetti e aspirazioni, come vortici di penombre e chiarori da tessere in boccioli che sbocciano lenemente per divenire. E in questa complessa trama di intrecciati fati, si nasconde l'enigma di un'anima cinta di sofferenza, sopprimendo i singhiozzi in quei calici dolci e amari, nelle visioni frantumate, quali serafini dalle ali distorte! L'esistenza, un dedalo di ardue scelte, dove il cammino si dipana in vacillanti passi, i pensieri si smarriscono fra meditazioni e disinganni, sotto sottili fardelli e persistenti inquietudini, a ornare ghirlande di lacrime e speranze. Qual flutto remoto che defluisce imponente, così si manifesta la vita, radiosa e sfuggente, fra carezze dell'alba e patimenti funesti, ci incanta e rapisce, senza scampo né evasioni. E nei meandri del crepuscolo, nelle oscurità dell'animo, le parole melliflue divengono canto e armonia, un concerto di sensazioni, con accenti di tristezza, fra amori perduti e passioni irrecuperabili, nelle perle della vita. E in quelle allegorie di questo cosmo lirico, si intona la speranza, ma anche il rimpianto, come un vento furioso che insegue le ore, ove il passato e il domani si amalgamano in concordia. E così, fra versi labirintici e termini esoterici, ricerchiamo un significato, un movente nell'essere, poiché anche nella malinconia come nello sforzo, l'essenza bisbiglia parole di perseveranza. E questa vita, un dipinto di cromie e gradazioni policromati, dove il gusto dell'affetto si intreccia al tormento, come germogli che erompono nell'agonia dell'esistere, un aroma eterno, che non segue sempre il proprio flusso, segue la sua scia. E così, in questa percezione, il cuore si dilata e si rivela nella sua tenerezza, sonda gli affetti più reconditi, come un oceano in burrasca, dove lo spirito si emancipa, nella sua forma più consona, e accetta consapevole ogni mutamento nel suo seno come un inquieto infante da nutrire e coltivare, fino all'ultimo respiro. Laura Lapietra ©
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