Per illuminarci alla vita, Dio
ci ha regalato le stagioni, peccato
il nostro costante intervenire.
Sarebbe stata perfetta. Ma noi
persa l’aria da docili ciuchini
ci travestiamo da pecore
gradendo pascere in prati d’altri
con tinto un sorriso da iena
e amiamo allungarci, serpenti
tra colpi di coda che stringono
in spire, o di veleno costringono.
Siamo elefanti in movimento
affetti da una fame da lupi
- e allupati - adoriamo
esser visti come tigri o leoni
che, fuor delle gabbie, in branco
sbranano agili, chiunque si muova
o aquile, che d’artigli spaventino.
Anche oche e galline starnazzanti
dal solito becchime attratte.
All’occorrenza - sottratti alla vista -
nutriamo il verme e lo sciacallo
e l’avvoltoio che vola in noi.
E ci ritroviamo cani
senza buon fiuto ad aiutarci.
Lo abbiamo compreso
il nostro essere umani e compresso
per questo vivere animale.
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