Parlate, parlate, di giudizi armati,
lingue affilate, di veleni cosparsi,
eppure, tra il chiasso dei vostri peccati,
un’anima chiara vi passò davanti.
Era il riflesso d’un sole lontano,
la voce che dolce scioglieva il rancore,
ma i vostri occhi, inchiodati al profano,
ne videro ombre, non luce, né amore.
Criticate la vita, il mondo, le genti,
sordi all’incanto che a voi si donava,
perduti nei vostri lamenti incessanti,
un cuore sincero a voi non bastava.
Or più lontana è quella occasione,
persa nell’eco di voci ormai vuote.
A quelli, che in gabbia aman l’illusione,
soli rimangono, ma senza più note.
Forse, un giorno, tra i sussurri del vento,
capirete il dono che avete scartato,
ma quel momento, prezioso e spento,
diverrà ricordo di ciò ch’è mancato.
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