Non so se il cielo mi ascolti davvero,
se un Dio risponda al mio muto pensiero,
se le mie mani, giunte in silenzio,
sfiorino il sacro o sappian d’assenzio.
Sono uomo di terra, figlio del sole,
cresciuto tra pietre, fuochi e parole,
con cuore pagano, legato ai destini,
ma l’anima cerca sentieri divini.
E allora prego, nel modo che posso,
non m’inginocchio sul tappeto rosso,
non temo castighi, non offro promesse,
solo sperando ch’il ben ci avvolgesse.
Forse la fede non ha un solo nome,
o un respiro che ferisce l’addome,
forse è una voce che vibra nel cuore
quando la vita procura un timore.
Prego la luce che accenda l’azzurro,
il mare che ascolti ogni mio sussurro,
il Dio che consoli chi teme il destino,
che sia lui il Padre, o il suo bambino.
Se nel cammino sempre c’è un fine,
è questa preghiera che, senza confine,
fa di me uomo, fa di me figlio, non empio,
pur senza un nome, or inciso nel tempio.
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