Scriviamo versi, verità supreme,
dogmi d’inchiostro su pergamene.
Parole scelte con mano divina,
la rima sbagliata? Tutto rovina.
Oh, stolto lettore, che non comprende,
qui non si gioca, neppur si trascende.
Ogni strofa nostra, è sacra legge,
chi non la segue si danni col gregge.
Guai per chi osasse di noi dubitare,
gli endecasillabi fanno pregare.
Noi non scriviamo, ma profetizziamo,
ogni quartina, è verbo di Abramo.
E quando qualcuno ci guarda strano
ché di poësia ne parliamo invano,
noi rispondiamo, con tono ispirato:
“Tu non capisci, ma ci hanno mandato”.
Il mondo, ingrato, più non sa ascoltare,
non si proclamano verbi da amare.
Ed il poeta, deluso e abbattuto,
resta il messia… mai riconosciuto.
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