Voglio il mare che mi bagni la faccia
mentre siedo su te, come su un trono infinito,
perchè tu puoi infrangere le maschere
che mi tennero prigioniera nel regno delle nevi.
E voglio che, con te, dileguino le ombre
oltre i decreti dei nostri baci, che disegnano
un nuovo deserto, ma fatto di soli rossi e
tramonti e noi, beduini di un sogno infinito.
Voglio una casa in riva a quel mare
e il sole sui ciottoli che lavi la morte
e noi, nella trasparenza di una finestra aperta
su un lido di folle piacere, voglio
salpare oltre le sponde del domani,
incerta ed ebbra come un'ape tra girasoli,
sapendo di esser figlia della civetta e
sorella del mustang che non ha approdi.
Per questo arroto la mia penna
nella fucina nella quale solo s'ode
il martellare delle Dee/Idee vive,
con le loro schegge di fuoco
conficcate nel corpo vivo dell'amore
che sono, che voglio, che sarà
l'oggi del mio domani, il balzo della tigre
sul dorso del drago arcobaleno.
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