Pubblicato il 29/05/2011 19:01:01
Compone la grazia d’ogni istante Vestendosi di sé Là dove la realtà porosa inganna Vezzeggiando i fiori al sole Prima di bruciarli
Teme gli opposti Contrarie brevità Nevischi e fiamme insieme Indomite incostanze Oracoli e missioni - difficili credenze Dilemmi e spiegazioni Ci sono terre che hanno troppi sassi, Balbetta, a volte. E mentre inciampa, ha l’impressione di sciuparli Conscia d’offrire carità O di vantarsi eterna nominata Premiandosi di rare tolleranze Sogna ciò che ha – scenari e commozioni Indifferenze e cure, Lei stessa è il suo paesaggio, la lacrima soppressa Il marmo sulla fossa e il fiato sull’altare. Possibile variante L’incanto della creta che tutto può ritrarre Esclusa la ragione Onora la discolpa nel perdono E forse le dà corpo Cordiale come il pane fra le labbra Che mai si può negare né odiare in penitenza La quiete ha vene agiate Bandiere da applaudire e tralasciare Lamenti e fratellanze Da consacrare singola omertà Depone gli occhi. Muore pazienza. Sosta intermediaria di nessuno Scusando anche la morte Mentre il fumo dei camini imbastisce i tetti Per le ossa della sera
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