Il testo è vincitore del Premio Strega del 1989.
Si tratta di una trama esilissima travestita da giallo, la scomparsa improvvisa di una persona cara.
Dico esilissima perché la sparizione e la conseguente ricerca è solo una scusante per poter analizzare e psicanalizzare a più voci non solo i pochi
personaggi della storia, ma l'intera società.
Feroce l'analisi dei comportamenti individuali e sociali, del matrimonio ecc..
A volte Pontiggia si compiace dei suoi paradossi: “effeminata virilità...appagata ricerca dell'amore sbagliato...si aspira al meglio ma ci si riconosce nel peggio” ma questo fa parte integrante del tratteggio dei personaggi della storia e ce lo fa comprendere.
Emerge comunque una scrittura appagante che si regge prevalentemente sui dialoghi, veramente coinvolgenti in poco più di duecento pagine.
Alla termine, con un finale inatteso, si chiude il libro soddisfatti della scoperta di un autore troppo presto dimenticato ma di gran livello.
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