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Studi sull’isteria d’Impero Romano - XIV

Argomento: Storia

di Giuseppe Paolo Mazzarello
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Pubblicato il 12/07/2009 20:28:10

Studi sull'isteria d'Impero: On the Empirefront
del Dr. Giuseppe Paolo Mazzarello

'Saria tenuta allor tal maraviglia
una Cianghella, un Lapo Salterello,
qual ora saria Cincinnato e Corniglia'
Dante Par. XV, 127-9

Ci fu un periodo nella vita di Cesare nel quale egli faceva molta attività politica e sentimentale. Le fonti parlano di un uomo sincero nell'assicurare il suo amore alle sue conquiste. Erano però un po' numerose, le conquiste, per poterne assicurare uno degno a tutte. La ragazza assente acuiva la ricerca. Qualche volta si arenava nella nostalgia. Talaltra venivano praticati innesti sull'albero politico e si produssero due matrimoni senza figli. Talaltra ancora si consegnava al rimpianto. Insomma, qualche volta anche lui, non sapeva bene cosa fare ma non rinunciò mai a nessuna delle cose che dovevano essere fatte.
A Genova nei giorni della nostra infanzia, quelli precedenti il 24 Giugno che è la festa patronale di San Giovanni Battista, vedevamo ammassare cataste di legna. Avveniva in spiazzi sterrati, discosti dalle poche case che in periferia non erano ancora cresciute come funghi. Per le strade giravano bambini, vestiti sommariamente e non solo per il caldo. Erano però in giro ed avevano lo spazio. Poi, quella notte, tutto prendeva fuoco in uno dei giorni più secchi dell'anno. Il giorno nel quale tutto brucia benissimo e non arriva neppure ulteriore caldo, solo un senso di purificazione. Il 24 giugno 2009, nell'entroterra genovese, ho scorto una pallida imitazione del grande falò della mia infanzia. Oggi non si fa' più per ragioni di sicurezza, ma non sono sicuri quei bambini privati della loro terra come del loro fuoco.Il passato non ce lo può ridare nessuno, ma la natura deve ritornare al suo posto. Dalle dispense del Mommsen apprendiamo che Diocleziano abdicò perchè consapevole dell'affermarsi del Cristianesimo, che lui non comprendeva ma al quale non era in grado di opporsi. Gli uomini percettivi, e Diocleziano lo fu, sono capaci di tali pensieri. L'atteggiamento verso la novità è sereno in una personalità integra. . Possiamo anche abbandonare un ruolo che non riteniamo più valido. Solo la personalità labile resta attaccata ad un ruolo del quale ha esagerato la portata. E' come se un attore non sapesse interpretare che una sola parte. La grandezza di un attore è legata alla sua vitalità. La vitalità è legata all'identità sessuale. I personaggi di 'Fronte del Porto' conquistano il loro territorio con una operazione che inizia al loro interno e termina all'esterno. Oggi si tende a procedere in senso opposto, ma la vita rivendica sempre i suoi diritti. I moti Cristiani sulle rive dell'Eufrate, o ad Antiochia, erano manifestazioni naturali e Diocleziano non provò a controllarli. Aspettò; come quel generale Ricimero sul quale la Roma d'Occidente riponeva le sue speranze di contenere i Vandali. Era stato nominato l'imperatore Avito, che veniva dal Massiccio Centrale Francese, ed era stato sponsorizzato da re Teodorico II° dei Visigoti, figuratevi un po'. L'imperatore collaborò col suo migliore generale e sconfissero due volte i Vandali. Aveva però nostalgia delle sue montagne, l'imperatore, e ci andò facendo stufare Ricimero che lo aspettò al ritorno in Italia per deporlo. Avito cambiò mestiere e fece il vescovo di Piacenza, ma non si sentiva sicuro lontano dai suoi monti, e finì per farsi ammazzare mentre tentava di raggiungerli per l'ennesima volta. Ricimero era Svevo, non aveva il sostegno per diventare lui stesso imperatore e così indicò Maggioriano. Il nuovo imperatore si dedicò con successo a varie campagne militari, come quella che culminò con la vittoria di Arles contro i Visigoti. Non ebbe però successo con la sua eminenza grigia Ricimero che, confermandosi eversore degli imperatori, lo uccise dopo avere atteso il consueto ritorno in Italia. Il Bel Paese inizia a diventare proprio mortifero, il medio evo si avvicina. Ci provò Libio Severo a fare l'imperatore compatibile con il generale di ferro, tirò avanti fino al AD 465 prima di esalare l'ultimo respiro fortunatamente senza esserne sollecitato. Esistevano anche gl'imperatori d'Oriente. Dai tempi di Petronio Massimo si erano succeduti Marciano, che aveva dovuto vedersela con un certo Attila, e Leone I°. Quest'ultimo inviò Antemio per l'Occidente ed il novello imperatore, per tenersi buono un certo generale, gli diede in sposa la figlia. Neppure questo andò bene per il geloso feldmaresciallo. Da Costantinopoli arrivò la nomina di Olibrio, poco dopo morirono per malattia sia Ricimero che il nuovo imperatore. Prima di seguitare a tenere il conto degli imperatori, ci chiediamo chi veramente comandasse. Ha però qualche importanza?

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