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Commenti al testo di Amina Narimi
Nei campi di cinabro
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amina narimi
- 12/01/2014 01:09:00
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la voce e lascolto, confusi solo nelle prime settimane intrauterine, si riuniranno un giorno a formare una sola carne questi due fratelli che scorrono affiancati il Rio delle Amazzoni e il silenzioso Hamza, sembrano davvero lo yin e yang, il maschile e femminile che ognuno porta in sé distinti fino a compimento Grazie Lorenzo ti abbraccio con una stretta sotterranea
Grazie FerdiNando quando scrivi tutto il corpo diventa un orecchio dentro la tua generosità sei un Fratello
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Qssp
- 11/01/2014 14:34:00
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Hai ferito i miei occhi con la luce, ora di più "vedo" la Bellezza. Magistrale, MiaInsuperabilePoetessa.
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Lorenzo Mullon
- 11/01/2014 12:41:00
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Ci sono questi flussi tra ascolto e voce, come il fiume immenso che scorre a mille metri sotto il Rio delle Amazzoni, e le sue controcorrenti misteriose
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Amina
- 11/01/2014 11:28:00
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È una lettera ebraica quel soffio che disegna un piccolo uomo con le braccia sollevate ed i polmoni tesi al cielo, sembra di vedere nel disegna una "E" con le punte verso lAlto Staccandosi dal cielo il soffio spinge luomo in basso diventando il simbolo la nostra attuale "E" di congiunzione, quali siamo, tra cielo e terra Loumo piccolo allora è quello della "caduta" di tutti noi,quello che si stacca da quel cielo credendosi "compiuto" avendo mangiato il frutto troppo presto, nella caduta mantiene il soffio divino, il verbo dentro lui, lImmagine di Dio, occorreranno millemila diluvi nei nostri cieli interiori per tornare a "ricordare" con siamo distinti e non divisi e di nuovo risalire lalbero dallAvere allEssere, facendo rotta con Noè scendere nellarca di Noi stessi per sposare la Nostra Issah, la nostra parte femminile, maschile Lestate è forse la fine del diluvio - di uno dei diluvi- anche lelaborazione di un lutto diventa unestate) il mettere la tenda su Nouva Terra prendendo possesso di quel Noi che siamo e godere di questa libertà quasi una immortalità ri.trovata nei campi di cinabro .. .. ( continua ) Grazie Poetamio....
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quattrosraccisullapelle
- 11/01/2014 10:08:00
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In immagini ricche e suggestive, simboli come dardi che penetrano chi legge, rilasciandogli lentamente dentro il sangue, un antitodo alla prosaicità della vita, affreschi davanti ai nostri occhi quella che appare unepopea amorosa. Certo, mi sembra di vedere la vergongna di quelluomo che definisci piccolo, è bastato un soffio per staccarlo dal cielo. Ora occorra che rilegga e rifletta ancora, per capire se quellaggettivo è strumento di condanna e separazione, come sembrano suggerire quei versi che richiamano allestate e al Nome Libertà, a dire qualcosa si chiude e qualcosaltro si apre e del primo se rimane è un ricordo non più lagire. Particolarmente bello linizio, quellascolto distinto dalla voce, come lamore che è sempre anche altro da ogni suo gesto. Minchino devoto, MiaInsuperabilePoetessa.
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