Cristina Bizzarri
- 12/02/2014 18:12:00
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Tutta te stessa nei gesti che fai davanti alla legna che brucia. Come una trasmutazione, un sentire che tutto ciò che accade è, in qualche misura, giustificato. E questa gioia sbalordita la comunichi Amina. Lo dicono i tuoi versi, ne sono intrisi, mi sembra di sentire la tua voce già delicata che si fa in certi punti più sottile, come per sfinire nellattimo di quella consapevolezza, in quella grande pace che ti investe e ti illumina. E che tu rifletti nelle tue poesie. Così mi sembra di capire che tutto può essere cerimonia, ognuno di noi lofficiante, in momenti di tale intensità. Nella sospensione del nostro esserci, che è la nostra vera umiltà.
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quattrostraccisullapelle
- 12/02/2014 12:49:00
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Non ci capisco nulla di poesia e sono un pessimo lettore, ma si riempiono gli occhi di luce leggendo questi tuoi versi, perché dove non arriva la mente, supplisce listinto del cuore con quello stupore che abbaglia lanima. Non so, Amina, se sono degno di leggerti, poiché con le tue poesie, troppo spesso mi sembra di toccare una soglia del sacro. MiaInsuperabilePoetessa.
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Franco
- 11/02/2014 23:42:00
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Questo è sentire il dolore degli alberi.. Come Caruso l ha sentito nella musica. E la loro memoria, come la scia di unelica. Io al massimo ho accarezzato una betulla abbattuta dal vento, quest autunno, in valtellina. Non ho avuto sensazioni ma ho sperato che almeno se ne fosse accorta. Splendida. Brava.
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