Amina Narimi
- 11/06/2014 23:51:00
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FerdiNando una passione per quel Michaux, il suo esprimersi con segni non alfabetici, e con la facilità di una seconda natura il cercare un nuovo linguaggio; mi colpi in particolare lepisodio narrato in Un barbare en Asie, quando lui, il barbarico dentro un bar, di fronte ad una ragazza giapponese che domandava da dove venisse rimase ammutolito non sapendo la lingua e lei cominciò a disegnare come farebbe un bambino senza memoria o giudizi, rivolgendogli le stesse domande attraverso i segni, tendendogli poi la matita affinché rispondesse con linee, tratti _universali, una lingua visiva accessibile a tutti come per i bambini cinesi un asse di legno per terra diventa convenuto sia un battello una più piccola un ponte, una passerella
come inviare oggi ad un amico lombra del vento fra i rami per fare una carezza..semplice, riconoscibile, il segno è lì, evidente a renderci felici come bimbi che disegnano i loro primi quattro esili fili per dire corpo, il tentativo più giovane e antico del mondo. Anche oggi inviare ad un amico lombra del vento fra i rami per fare una carezza è reinventare un segno e insieme il movimento delle cose, non il loro peso, lessenziale di un momento anche lungo come trascorrere giorni e giorni sulla montagna e poi dipingerla con tre soli segni di pennello per un dono, il movimento Vitale, lappena del respiro, senza premeditazione; cè un volume intitolato Mouvements con sessantaquattro pagine illustrate e poesie che li commentano, li chiama " segni per ritrovare il dono delle lingue", ecco così per il suo interesse a quei bambini mi sono avvicinata ai segni Michaux, infine ai suoi Nuctes...e gli altri amati nelle grotte.. M. Blanchot, Renè Char, Bataille e poi Villa e De Stael..sulle tracce degli animali, dei segni nelle grotte da Lascaux che amo, e Chauvet, fino a Zuccarino e Giuliano Scabia nel poeta-albero e giù alle grotte dei miei alberi dove vivono i bambini..senza paura a dormirci dentro, ed uscirne con quei segni di meraviglia sulle ginocchia tra le mani e i fianchi verdi, nel condividerli crescono sempre le ali..
Adielle_cosmico mi hai donato le parole più belle perché ne sento il respiro, la grazia che poni nelle mie mani che ti stringono a volerti bene
Loè..non avremo le colture di mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza né erba medica né trifoglio, finiranno i pascoli e le onde di smeraldo
non faremo più allamore per i fiori in cinque anni..costruiremo unarnia di Noè, vieni?
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Ferdinando Battaglia
- 11/06/2014 07:52:00
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Rimango sempre a bocca aperta - e non penso come il villico ingenuo di fronte al gioco di prestigio che un sedicente mago adopera in chiave prodigiosa -; di Amina conosciamo la stima meritata, le sue autentiche profondità, la raffinata, ma custodita quasi nel segreto - erudizione. Ed è per tutto ciò che ancora una volta mi sono stupito ed ho imparato qualcosa in più, che non sapevo. Molto interessante questo autore cui la poeta si rilferisce nel titolo. La poesia chiede altre letture, troppo ricca per capirla immediatamente (per me è così). Resta un brivido fugace pensando al tu del solo, chiuso nel pensiero, che non sfiora demozione nemmeno un capello di colei che di lui ha uno sfiorito ricordo.O così mi è parso.
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