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Commenti al testo di Amina Narimi
Hara

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 Gil - 23/07/2017 07:36:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Ho peccato di presunzione credendo di poter interpretare il testo di Amina, con le stesse chiavi di un pensiero logico-razionale - che in fondo è il peccato dell’Occidente quando si chiude alla possibilità del Mistero -, mentre la sua lingua è, traversando le parole e i loro selettivi accostamenti - costruzioni di una geometria spirituale o dei frattali dello spirito - una liturgia del simbolo che concede in dono l’accesso al Reale , alla Verità di ciò che puro più non appare se non alla capacità di chi "vede" l’Invisibile. Ogni poesia di Amina diviene allora un canto, chiama alla lettura vocale, poiché sono nelle vibrazioni sonore di quelle sue "sacre" parole, si può entrare, senza più la "testa" né solo con il cuore ma ristabiliti nell’hara, in quella dimensione Altra dove vive il Tutto e tutto lì torna alla Vita, dimensione che per noi diviene manifestazione dello Straordinario, mentre per "Claudia degli Alberi" diviene straordinaria "ordinarietà" e confidenza con ciò che non si vede ma ancora e sempre è. Infine, non solo nel testo risplende la bellezza e lo forza primordiale e biologica di una relazione fisica di tipo materno-filiale in stato viscerale, ma quasi manifesta in analogia d’immagini la Creazione negli atti creativi di Dio.

S.M.I.P.