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Commenti al testo di Anna Giordano
I fiori di Auschwitz

Sei nella sezione Commenti
 

 Anna Giordano - 28/01/2019 05:49:00 [ leggi altri commenti di Anna Giordano » ]

Grazie Maria, La ringrazio per aver posto la domanda: a cosa serve un fiore in un pozzo? Vero, un fiore, in quanto simbolo di una tenera vita, cosa ci fa in un pozzo d’odio e malvagità, lascia non poche domande senza una valida risposta ai perché.
Vorrei poterle dare una risposta, pur sapendo che non ci sono risposte, là dove non esiste ragione, ma solo follia.
Eppure, prendendo spunto dall’immagine di un pozzo vero, che contiene acqua, senza un fiore, potrebbe non avere la sua utilità, cioè quella di dare vita al fiore, con la sua acqua ed il fiore, vivendo, d’offrire una ragione d’essere al pozzo.
Ognuno o ogni cosa, fine a se stessa, si annulla.
Niente è utile se la sua ragione d’essere diventa inutile.
Cosi come i fiori e la ragazzina, il loro incontro, seppure nel sacrificio delle loro vite, ha reso utili, malgrado tutto, le loro esistenze, rendendo i fiori fonte di bellezza in un posto disumano ed inutile, ma regalando alla ragazzina, un po’ di conforto ai suoi occhi che vedevano solo orrore, in cambio i fiori ricevevano la cura delle sue piccole mani, scambiandosi a vicenda il bene nel mezzo del male.

 Maria Musik - 27/01/2019 11:23:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

La risposta è, forse, in quel fiore. A che serve un fiore in un pozzo?
Chissà, malgrado loro, malgrado noi, persino il fiore reciso delle parole può salvare dalla morte.
Grazie!

 Anna Giordano - 24/01/2019 23:22:00 [ leggi altri commenti di Anna Giordano » ]

Buona sera gentilissima Teresa, grazie per aver dedicato attenzione a questo mio scritto. Un modo di raccontare con semplicità il mio... Quel che afferma è in gran parte vero, purtroppo, riguardo all’insensibilità delle persone per questi racconti di storia vera e atroce.
Vero, niente più scuote le coscienze, ma penso che il suo impegno nel diffondere la verità, non sia stato vano.
Se ognuno di noi apportasse una goccia del suo impegno nel diffondere la verità, di certo non apporterebbe il cento per cento, ma di sicuro quella goccia servirebbe a scavare nell’animo di una, due, tre persone che a loro volta farebbero lo stesso perché la verità possa andare avanti.
Insegnare il rispetto degli uni verso gli altri non è mai inutile.
Non bisogna mai arrendersi davanti al male, se così fosse, contribuiremmo ad accentuarne la diffusione.
Da quando il mondo esiste, sia il bene che il male, convivono.
Sta a noi tutti conferirgli l’equilibrio; perciò, non bisogna demordere e continuare a raccontare, ad insegnare, a seminare il bene, il giusto, anche a rischio di diventare la sola goccia di bene, d’altruismo, in un deserto di odio e cattiveria.

Un seme può sempre germogliare se lo affidiamo al vento, se resta chiuso in una scatola, di sicuro non darà alcun frutto,
per cui, posso capire il suo avvilimento per tutto il tempo dedicato a questa causa senza aver visto nessun cambiamento, che comunque mi porta a pensare in positivo. Sono certa che fra tutti i suoi alunni, almeno uno di loro, sia germogliato come il seme, per diffondere il frutto dei suoi sforzi, sicuramente è così. Ancora grazie e buona notte.

 Teresa Cassani - 24/01/2019 10:58:00 [ leggi altri commenti di Teresa Cassani » ]

Gentile Anna, questo racconto mi ricorda tanto quelli dei miei alunni da me spinti per molti anni a idearli. Una volta ne abbiamo dedicato uno a Gilda Cohen, mutuato da una pagina di Repubblica. E’ un argomento che coinvolge molto e fa indignare sempre e con replicata forza. Ma devo dire che la mia attuale, ormai radicata, impressione è che i fiumi di parole che si versano sulla questione rimangono sempre dei debolissimi segnali, molto prossimi all’inutilità e comunque incapaci di cambiare l’intima essenza dell’uomo che uccide e ucciderà ancora come uccisero i padri come uccise Caino quando disse al fratello andiamo ai campi....
Perciò, purtroppo, la mia constatazione talmente convinta, il mio avvilimento talmente grande mi portano infine a decidere di ... parlare d’altro.
Cordialmente. Teresa Cassani