Salvatore Pizzo
- 23/10/2018 00:38:00
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Perchè no? Poterne avere consapevolezza e scriverne in versi, mi pare che possa dirsi "conquista". A maggior ragione se, da simile consapevolezza, affiorano versi tanto belli ed intensi. Lo so che essi non risolvono lesistenza, però potranno raggomitolarsi intorno al corpo e scaldarlo, quando linverno si farà più forte... un saluto
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Giovanni Rossato
- 20/10/2018 09:47:00
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Mi ricorda una fiaba che mi raccontavano quando ero piccolo dove si paragonava la vita a un gomitolo il cui dipanarsi era il passare dei giorni; ora io vedo in quel gomitolo sfuggito di mano, da un lato lo scorrere dei giorni e dallaltro una libertà trovata. Certo, a prescindere dalla mia interpretazione, sono bei versi, anche stilisticamente.
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Antonio Terracciano
- 19/10/2018 12:43:00
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Sono del parere che sia più difficile scrivere una buona poesia in versi liberi che una in stile classico (perché non cè laiuto del metro, né quello delle rime) , ma che, quando vi si riesce (talvolta "semel in anno" ! ) , il risultato possa apparire anche superiore. E il caso di questa composizione di Roberta, da apparentare, direi, con il migliore stile ungarettiano (versi brevi, costituiti talvolta anche da una sola parola) . La poetessa arricchisce la poesia con limpiego di un paio di termini sdruccioli (nei primi due versi) e di una rima ( "vista / conquista" ) intercalata con una consonanza ( "questa" ) , in un impianto poetico in cui prevalgono i settenari e i versi di quattro sillabe. Quanto al contenuto, che dire? Forse è vero: in unetà non più verdissima la conquista cui più si anela è quella di "divertirsi" a vedere scorrere la propria vita senza una logica, senza fini pratici, senza le pretese tipiche della gioventù...
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